Spose bambine, rivoluzione in Pakistan: vietati i matrimoni per chi ha meno di 18 anni
Il Senato in Pakistan ha approvato la proposta di legge che innalza l’età minima per le ragazze per sposarsi da 16 a 18 anni. Il testo passa ora al vaglio dell’Assemblea nazionale per l’approvazione definitiva. Chi non osserverà la nuova norma rischierà il carcere fino a 3 anni e una multa di almeno 100mila rupie. Contrari gli integralisti: “Così si va contro i dettami del Corano”.
Il Senato in Pakistan ha approvato la proposta di legge che innalza l’età minima per le ragazze per sposarsi da 16 a 18 anni. Il testo passa ora al vaglio dell’Assemblea nazionale per l’approvazione definitiva. Chi non osserverà la nuova norma rischierà il carcere fino a 3 anni e una multa di almeno 100mila rupie. Contrari gli integralisti: “Così si va contro i dettami del Corano”.
Niente più nozze per le adolescenti minori di 18 anni. È una vera e propria rivoluzione quella che si sta verificando in Pakistan, tra i paesi in cui il numero delle spose bambine è ancora tra i più alti del mondo. Lo scorso lunedì 29 aprile il Senato ha infatti approvato una legge che modifica l’età minima per potersi sposare, alzandola da 16 a 18 anni. È una conquista soprattutto per la senatrice Sherry Rehman, che aveva proposto la riforma legislativa diventando oggetto di aspre critiche da parte dei fondamentalisti. L’obiettivo, nella sue intenzioni, è quello di ridurre “il rischio del matrimonio infantile prevalente nel Paese oltre a salvare la donna dallo sfruttamento”.
Di certo, la strada è ancora lunga: la proposta di legge, ottenuto l’ok del Senato dopo 3 mesi di dibattito, passa ora nelle mani dell’Assemblea nazionale, che a sua volta dovrà dare il via libera. Tra coloro che hanno promesso battaglia ci sono ancora una volta gli islamisti, per i quali le modifiche proposte andrebbero contro i dettami del Corano, secondo il quale il matrimonio sarebbe ammesso già durante il periodo della pubertà.
Se il testo venisse approvato definitivamente, chi non lo osserverà potrebbe essere punito con il carcere fino a 3 anni e con una multa di almeno 100mila rupie, circa 630 euro, in sintonia con quanto già avviene in altri paesi musulmani, come Egitto e Turchia. In questo modo, si metterebbe fine ad un fenomeno ancora molto diffuso. Secondo gli ultimi dati delle Nazioni Unite, una bambina su tre è costretta a sposarsi prima dei 18 anni. Tra le cause principali di questa situazione, ci sarebbe l’estrema povertà delle famiglie, che vivono nelle zone rurali, l’ineguaglianza di genere e la scarsa tutela di donne e bambine, oltre a motivi di ordine religioso.
Per di più, la decisione di abbassare l’età minima per il matrimonio in Pakistan ha anche un’importante significato per le minoranze: anche bambine di fede cristiana, indù e ahmadiyya vengono rapite, costrette a convertirsi e date in sposa senza poter far ritorno alla loro famiglia. La conversione, infatti, rende vano ogni impegno a far rientrare la sposa nella famiglia d’origine. “L’approvazione della legge è molto positiva – ha commentato Nasir Saeed, a capo del Centre for Legal Aid, Assistance and Settlement, organizzazione impegnata nella difesa dei cristiani perseguitati in Pakistan -, tuttavia la sua attuazione sarà altrettanto importante e se il governo mancherà di renderla efficace come stato in passato per altre leggi, pochi ne beneficeranno. In particolare tra le minoranze, dove è radicata la paura che le loro figlie vengano rapite, costrette alla conversione e a sposare contro la propria volontà i sequestratori”.