Patente e nuovo codice della strada, cambia l’esame di teoria per moto e auto. Meno domande, meno tempo a disposizione, diminuisce anche il margine di errore. Lo stabilisce il decreto 27 ottobre 2021, pubblicato il 10 dicembre sulla Gazzetta Ufficiale. Entro l’8 gennaio un decreto dirigenziale ci farà sapere quando le nuove regole diventeranno operative.
Cosa cambia
Trenta domande invece di quaranta; venti minuti per risolvere i quiz e non più mezz’ora. Massimo tre errori e non più quattro. Insomma una semplificazione. L’Asaps di Giordano Biserni pubblica lo schema. E Luigi Altamura, comandante della polizia locale di Verona, non nasconde la sua preoccupazione. A novembre i suoi uomini hanno sorpreso un esaminando che pur di passare i test con i suggerimenti giusti è finito al pronto soccorso perché non riusciva più a togliere il microauricolare dall’orecchio. Ma i furbetti della patente sono scena quotidiana. La stessa cosa si è appena ripetuta nel Milanese. “Invece di rendere l’esame più semplice – ragiona il comandante Altamura – si dovrebbero inasprire le pene per chi truffa la commissione d’esame. Oggi chi usa strumenti tecnologici per superare i test o si sostituisce a un’altra persona, di fatto torna a casa con una pacca sulla spalla”.
Arretrato da Covid
Le motivazioni della scelta sono spiegate nelle premesse del decreto. In parole povere: non ci sono risorse sufficienti – a cominciare dagli ispettori delle Motorizzazioni – per le prove d’esame e c’è troppo arretrato da smaltire, causa pandemia. “Atteso che il lungo perdurare della emergenza sanitaria da COVID-19 e la conseguente necessaria adozione di misure di prevenzione del contagio – scrivono i legislatori –, anche in termini di riduzione dei candidati compresenti in aula per l’espletamento delle prove teoriche predette, ha determinato un considerevole numero di pratiche arretrate che difficilmente potranno essere evase nel rispetto dei termini”. Da qui la necessità di ”ottimizzare il tempo di permanenza in luogo chiuso dei candidati, fermi restando i necessari requisiti di efficacia ed effettività del controllo delle cognizioni”.
Riconoscimento facciale
Ma non finisce qui. Il ministero ha in serbo altre novità. Come il riconoscimento facciale, sempre per garantire lo “snellimento complessivo” e la ”velocizzazione delle procedure”. Così “è in corso l’attivazione di un nuovo modello operativo che, al fine di consentire ai candidati l’accesso all’aula di esame, prevede l’esecuzione automatizzata, tramite software di riconoscimento facciale, dell’attività di identificazione degli stessi per il tramite di parametri biometrici”.
Multe salatissime
Ma cosa rischia chi gira con la patente scaduta? Il codice della strada all’articolo 126 stabilisce una multa da158 a 638 euro. La patente viene ritirata e inviata alla prefettura; il conducente dovrà poi sottoporsi a visita medica per il rinnovo del documento. Ma resta a piedi? No, è autorizzato a condurre il veicolo fino al luogo che indica. Se continua a guidare fuori dalle regole, la sanzione può arrivare a 8.186 euro, con fermo amministrativo del veicolo per tre mesi, partendo da una base comunque salata di 2.046 euro. Sanzioni stellari per chi viaggia senza aver mai conseguito la patente. Alla prima violazione, scatta una multa che parte da 5.100 euro (3.570 se pagata entro 5 giorni) e può arrivare a 30.599, con la sanzione accessoria del fermo amministrativo per tre mesi. In caso di recidiva entro un biennio, scatta il reato penale con l’arresto fino ad un anno e la confisca del veicolo.
Autoscuole e lotta ai furbetti
Per Paolo Colangelo, presidente della Confarca – confederazione che rappresenta oltre 2.500 scuole guida italiane – la novità è positiva perché “così si potranno allineare le province con più arretrato. E farà risparmiare tempo anche il sistema di riconoscimento facciale. La sperimentazione è già partita, i computer sono stati già installati ad esempio alla Motorizzazione di Napoli. Ci auguriamo che il nuovo corso entri a regime al più presto. Anche perché sarà un modo per eliminare le truffe e le sostituzioni d’identità”. Resta però un problema in tutto il paese: mancano “duemila esaminatori, oggi sono 1.400″.