Picchia a morte la figlia di 2 anni della compagna, poi gioca alla PlayStation

di redazione

Picchia a morte la figlia di 2 anni della compagna, poi gioca alla PlayStation

| sabato 30 Marzo 2019 - 21:35

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Picchia a morte la figlia di 2 anni della compagna, poi gioca alla PlayStation

Tom Curd, 31 anni, è stato sempre violento, ha picchiato in diverse occasioni Eve di nemmeno due anni, figlia della sua compagna nella loro casa a Liskeard, in Cornovaglia. L’ultima volta però è stata fatale. Come se non bastasse l’ha anche avvelenata con una dose fatale di codeina, che alla fine l’ha uccisa.

Mentre la piccola di 22 mesi giaceva moribonda a terra, ha continuato a giocare ai videogiochi con la sua compagna (e mamma di Eve) Abigail, 26 anni. L’uomo, originario di Watford, è stato riconosciuto colpevole di omicidio mentre la giuria ha ritenuto che Abigail fosse colpevole di aver permesso la morte della bambina. Entrambi saranno condannati domani.

Il padre della bambina, Dean Bird, ha viaggiato per 10 ore da Mansfield a Truro Crown Court ogni giorno del processo. Dopo l’ultima udienza, ha detto: «Ho il cuore a pezzi, volevo solo strappargli la testa. Ho avuto ogni sorta di emozioni e prima del processo non sapevo tutto del caso e di tutte le ferite che ha riportato mia figlia. Sono sconcertato. L’ho guardato un paio di volte negli occhi e la rabbia è cresciuta. Ora devo riavere il corpo di Eve, così posso farla riposare in pace».

Le immagini dell’omicidio e il luogo dove la piccola viveva sono state trasmesse oggi in tribunale: oltre a subire botte era costretta a vivere su un materasso sporco e una lettino di legno rotto.

«Molte fratture sono state ripetute nel tempo – secondo la giuria – il che significa che le sue ossa sono state ri-spezzate durante il processo di guarigione». I medici hanno rivelato che Eve aveva anche il fegato lacerato e alla fine è deceduta per overdose di codeina, aggiungendo che «poteva salvarsi se i soccorsi erano stati chiamati in tempo e no dopo tutte quelle ore».

Quando i servizi di emergenza sono arrivati sul posto, infatti, la bambina era morta da “molto tempo”. La coppia come se nulla fosse «guardava la tv, giocava ai videogiochi, si inviava messaggi di testo e chiacchierava con le persone su Facebook». Domani si attende il verdetto per entrambi.

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