«È stato un brutto colpo». Per Piero Chiambretti non è semplice avere di nuovo a che fare con il Covid dopo che due anni fa «mi ha fatto stare per quindici giorni in ospedale, tra la vita e la morte, portandosi via mia mamma». Ora è diverso, «è come se fosse un virus più garbato». Tanto che domani sera, su Italia 1, sarà comunque alla guida di Tiki Taka. Ma in smart working, da casa. «Non mi faccio mancare nulla. Ovviamente avrei preferito andare in studio con le mie gambe, ma ormai la tv si può fare da remoto… essendo però un artigiano del tubo catodico, preferisco le cose classiche. Sarò aiutato da Monica Bertini e ci saranno anche i miei validissimi ospiti».
Come ha scoperto di essere di nuovo positivo?
«Avevo sintomi precisi: mal di gola insistente, forte emicrania — dovrebbero chiamarlo Emicron non Omicron —. Quindi, nonostante un primo tampone negativo al mattino, ho voluto farne un altro la sera, diverso, che intercettasse questa variante, ed ero positivo. Mi sono bruciato con l’acqua calda e ora mi fa paura anche la fredda».
Psicologicamente come va?
«Questa cosa non fa bene al morale e nemmeno al fisico. Ma grazie a quello che ci siamo iniettati la vivo come una forte influenza. Penso però sia inevitabile per chi ha passato quello che ho passato io temere sempre il peggio. Tutto è successo a pochi giorni dalla terza dose. Ma rimango un convinto si vax: come hanno spiegato quelli bravi e anche quelli meno bravi, il vaccino ti permettere di resistere a un attacco virale così forte che ti manda in ospedale. Mia madre sarebbe andata a piedi scalzi a farsi vaccinare e tutto sarebbe stato diverso».
Molti calciatori, oggi, sono nelle sue stesse condizioni.
«Sì, ho seguito in maniera sistematica quello che succede a loro. E dire che prima di questa ennesima caduta in basso avevo fatto molta attenzione. Motivo per cui non mi sono fidato del primo tampone, il che fa pensare al caos in cui siamo, perché potevo uscire e infettare qualcuno».
Come vede il campionato in questa nuova ondata?
«Già pensavo di affrontare il tema caldo del rapporto tra Covid e calcio, certo non immaginavo lo avrei fatto da casa, da positivo. Io penso che così il campionato sia falsato. Squadre decimate, incontri che saltano… c’è chi può permettersi dei cambi e chi no… così i valori e i pesi delle gare non sono quelli reali».
Che opinione si è fatto sul caso Djokovic?
«Che in queste situazioni bisogna considerare anche il rovescio della medaglia: hanno ragione tutti e nessuno».
Confessi: domani, da casa, condurrà in pigiama?
«No: la mia eleganza è riconosciuta anche dai medici».