La giustificazione è di quelle – oggettivamente – incredibili. Che unita alla dinamica dei fatti, ai precedenti specifici ed alla condotta processuale, ha finito per portare alla conferma – lo scorso aprile di fronte alla Suprema corte di Cassazione – della condanna già inflitta nei precedenti gradi di giudizio ad un 52enne di Terni (R.S. le sue iniziali), coinvolto in passato in un incidente stradale nella zona di Rieti.
La versione davanti al giudice. In pratica l’uomo, di fronte ai giudici, ha sostenuto di aver bevuto e quindi assunto alcolici dopo l’incidente, nell’attesa dell’arrivo della polizia Stradale.
Attraverso l’alcol test gli stessi agenti avevano poi rilevato un «rilevantissimo superamento dei limiti di legge». In primo grado, a Rieti, era stato condannato ad un anno e quattro mesi di reclusione oltre a 2 mila euro di multa.
«Era già ubriaco prima». Già i giudici dell’appello avevano ritenuto implausibile che l’uomo – come sostenuto in aula – potesse aver bevuto dopo il sinistro, chissà, forse ‘per dimenticare’.
Lo stesso hanno fatto i giudici della Cassazione, secondo i quali «in difetto di allegazioni atte a sorreggere l’avvenuta assunzione di alcol in epoca successiva al sinistro, gli elementi evidenziati dal giudice di merito (rilevantissimo scostamento dai limiti di soglia dell’ebbrezza alcolica, sinistro auto provocato dal ricorrente,
precedenti specifici, testimonianza) giustificano l’inferenza della riconducibilità ad un pregresso stato di ebbrezza alcolica l’incidente occorso al ricorrente». Risultato: il ricorso è stato respinto e il 52enne ternano condannato al pagamento delle spese processuali ed a versare 3 mila euro alla cassa delle ammende.