Denise Pipitone, spunta un retroscena clamoroso: “Non ce l’ha detto subito”. Un dettaglio che potrebbe avere cambiato molto nelle indagini. Da quando nel dicembre scorso la Procura di Marsala ha chiuso anche l’ultimo filo di inchiesta sulla scomparsa di Denise Pipitone, non ci sono aggiornamenti. Ma in compenso arrivano da un processo in corso sempre a Marsala.
Processo che vede imputata per false informazioni la pm Maria Angioni, attualmente giudice a Sassari ma all’epoca per un certo periodo responsabile dell’inchiesta. Tra i testimoni chiamati durante il processo, l’ultimo è stato Giuseppe Linares, che dirigeva la Squadra Mobile di Trapani e oggi funzionario del ministero dell’Interno. L’uomo ha rivelato particolari inediti, almeno al pubblico, che aprono scenari diversi sull’inchiesta e sulle sue tempistiche.
Come riferisce il quotidiano ‘La Sicilia’ c’è soprattutto un particolare che potrebbe avere inciso profondamente sui tempi dell’inchiesta: “Non ce l’ha detto subito. Fino al 4 settembre 2004, Piera Maggio e Piero Pulizzi non dissero che Denise non era figlia di Antonino Pipitone“. Solo dopo tre giorni dalla scomparsa della bambina, quando il pm aveva chiesto la prova del Dna, Piera Maggio rivelò che il vero padre era Pietro Pulizzi e non il marito. E per questo Anna Corona, all’epoca sposata con Pulizzi, avrebbe potuto essere molto arrabbiata con lei, quindi con la piccola Denise.
Denise Pipitone, spunta un retroscena clamoroso: una testimonianza importante
L’ex pm Angioni aveva denunciato depistaggi e gravi inefficienze nei primi accertamenti sulla scomparsa di Denise, accusando gli investigatori dell’epoca. Ed è su questo che sta facendo luce il processo, cioè capire se effettivamente qualcuno abbia sbagliato non seguendo tutte le piste possibili per ritrovare la bambina. Ma secondo Linares non fu così.
“Anna Corona fu ascoltata da due ufficiali dei carabinieri la stessa sera dell’1 settembre 2004, il giorno in cui sparì Denise Pipitone. Ma la madre della bambina aveva eluso per due giorni ogni informazione negando la relazione sentimentale con Piero Pulizzi. E lui, a sua volta, aveva definito ‘dicerie’ quelle voci. Questo provocò un ritardo nelle indagini”.
Inoltre il dottor Linares ha spiegato che Antonio Sfameni, ex dirigente del commissariato di Mazara del Vallo, svolgeva bene il suo lavoro e non aveva ricevuto nessun rilievo dalla Procura di Marsala. Maria Angioni invece ha dichiarato che dal maggio 2005, avendo maturato dubbi sull’operato della polizia, non concesse più deleghe di rilievo al commissariato di Mazara. La prossima udienza è prevista il 23 giugno: sarà ascoltata Maria Angioni e due testi della difesa