La guerra in Ucraina infuria da giorni portando con sé il carico ineluttabile di vite umane ed all’orizzonte non si vedono segnali che possano far sperare in una fine dei combattimenti nel breve periodo.
I negoziati di cui parla la Russia sono bollati come pura propaganda dalle autorità ucraine e dunque anche nelle ultime ore le forze di Vladimir Putin hanno continuato a martellare senza tregua gli obiettivi strategici sul suolo ucraino, continuando l’assedio alla capitale Kiev.
Alle prese con le proteste interne dei russi che non vogliono la guerra, oltre che che con la riprovazione dell’intero mondo occidentale, Putin va dritto nel perseguire il suo disegno militare. In molti hanno tirato in ballo la passione per le arti marziali del 69enne presidente russo per scavare nel suo animo alla ricerca delle motivazioni più profonde della sua aggressività. È noto che Putin è un judoka praticante ed in passato parecchie sue esibizioni sul tatami sono state filmate a scopo di propaganda.
Chi ha fatto l’accostamento tra la nobile arte marziale nata in Giappone e l’animo bellicoso di Putin – è il caso dell’Equipe, che ha pubblicato un articolo intitolato “Vladimir Putin, il judo e la via della durezza” – è tuttavia fuori strada, visto che i princìpi cui si ispira il judo sono assolutamente fondati sul rispetto dell’avversario, con lo scopo di non fargli male, nonché sulla mutua prosperità per sé e per gli altri.
È dunque evidente che il presidente russo con il suo comportamento ha disonorato il judo e non è un caso che la IJF, la Federazione Internazionale di Judo, abbia deciso di sospendere dal proprio organigramma Putin, che al suo interno ricopriva le cariche di Presidente Onorario e Ambasciatore.
“Alla luce del conflitto bellico in corso in Ucraina, la Federazione Internazionale di Judo annuncia la sospensione dello status di Presidente Onorario e Ambasciatore della Federazione Internazionale di Judo di Vladimir Putin”, si legge nella nota ufficiale diffusa dall’IJF. Non sarà una sconfitta militare, ma per l’ego smisurato del numero uno russo si tratta di uno schiaffone pubblico su un suo punto d’orgoglio.