Dopo oltre un mese e mezzo in una cella frigorifera la salma di Oronzo Castelluzzo è stata riconsegnata ai familiari e spuntano i primi indagati per la morte dell’ambulante di 39 anni stroncato per alcune complicanze dopo aver contratto il Covid-19 agli inizi di ottobre. Nelle scorse ore il medico legale Roberto Vaglio ha effettuato un esame autoptico esterno sulla salma rilevando tracce di una polmonite bilaterale senza specificare la presenza del virus.
Nonostante il tempo trascorso non si è ritenuto necessario effettuare l’autopsia per sospetta morte da Covid che avrebbe previsto il trasferimento della salma in strutture fuori provincia specializzate in questi tipi di accertamenti che necessitano di spazi e macchinari altamente sofisticati. (Continua..)
Nel frattempo il fascicolo è passato da ignoti a noti e nel registro degli indagati sono stati iscritti i nomi dei primi indagati con l’accusa di responsabilità colposa per morte in ambito sanitario. Le indagini proseguono coordinate dalla pm Paola Guglielmi.
Saranno controllate le cartelle cliniche e bisognerà capire come mai questa polmonite si è sviluppata in una forma così aggressiva e se un ricovero più tempestivo di Castelluzzo avrebbe potuto salvarlo. L’uomo era molto conosciuto in città. Con un banco attrezzato in Piazza Sant’Oronzo deliziava i salentini e i turisti con le sue crepes prodotte artigianalmente. (Continua..)
E nel periodo estivo, spesso, si trasferiva nella marina di San Cataldo. Ad ottobre, però, Castelluzzo ha incrociato questa maledetta malattia che ha indebolito un fisico già provato da diverse patologia e, in appena un mese, il suo cuore ha cessato di battere.
Prima il Covid, poi alcune complicanze, fino al ricovero (forse tardivo) tra il “Vito Fazzi” e il Dea . Una lunga serie di presunte negligenze che avrebbero portato al decesso dell’uomo dopo una serie di tamponi prima positivi poi negativi e infine nuovamente positivi che hanno convinto la famiglia a sporgere denuncia-querela con l’avvocato Ivan Feola.