Fin dal 2019, anno in cui è stato introdotto, il Reddito di Cittadinanza ha sempre fatto discutere. Ora lo si vuole abolire…
Per qualcuno è un modo di aiutare chi sta peggio, dandogli una forma di sostentamento in attesa che possa trovare un’occupazione. Per qualcun altro, invece, è una forma di assistenzialismo inaccettabile. A dir poco divisivo, il Reddito di cittadinanza. Queste settimane sono decisive per milioni di italiani che lo percepiscono. Ecco cosa sta succedendo.
Fin dal 2019, anno in cui è stato introdotto, il Reddito di Cittadinanza ha sempre fatto discutere. E’ la misura simbolo del Movimento 5 Stelle, che così pensava di contrastare il disagio economico di milioni di italiani. Resterà celebre la frase dell’attuale ministro degli Esteri, Luigi Di Maio “abbiamo abolito la povertà”.
Ma negli anni, soprattutto dall’ala più conservatrice e dagli imprenditori, è stato sempre osteggiato. Costoro hanno trovato terreno fertile nelle continue truffe e nei talvolta incredibili latrocini effettuati, anche dalla criminalità organizzata, su queste somme.
Attenzione agli errori
Per Sandro Susini, titolare dello studio fiorentino di Consulenza del Lavoro Susini Group S.t.P. “Il reddito di cittadinanza mette a rischio quasi 75 mila esercizi pubblici in tutta Italia. Sono infatti circa 30 mila i bar e 45 mila i ristoranti, queste le attività maggiormente colpite, che potrebbero chiudere o non riaprire per svolgere i lavori stagionali, per mancanza di reperimento di personale” sottolinea Susini.
Da sempre, infatti, la vulgata di chi lo contrasta è il fatto che, a causa del sussidio, tanti preferiscano stare a casa a oziare, anziché lavorare. L’ex premier e leader di Italia Viva, Matteo Renzi, sta promuovendo anche una raccolta firme per abolirlo: “Il reddito di cittadinanza è una vergogna, ora raccogliamo le firme, si voterà nel 2024, ma oggi bisogna fare una battaglia culturale”.
Per Renzi hanno sbagliato “Di Maio, Conte, Salvini” che “hanno fatto passare il messaggio che avrebbero abolito la povertà. Quando li ho visti sul terrazzo di palazzo Chigi annunciare che avevano abolito la povertà io avrei chiuso il terrazzo e chiamato un Trattamento sanitario obbligatorio”.
Il rinnovo del Reddito di cittadinanza
Al netto delle polemiche politiche, queste settimane sono decisive per i percettori del Reddito di cittadinanza. Come è noto, infatti, chi termina le 18 mensilità percepite con il Reddito di cittadinanza deve presentare una domanda di rinnovo per poter continuare a beneficiarne per altri 18 mesi, che, comunque, non possono essere continuativi. Bisogna infatti rispettare un mese di stop prima di riavere il sussidio.
Per chi ha finito di ricevere il Reddito di Cittadinanza ad aprile scorso, a maggio dovrà presentare la domanda per beneficiare dell’Assegno Unico per i figli a carico durante il mese di stop. Ma attenzione perché l’Inps potrebbe impiegare un po’ di tempo in più prima dell’eventuale accoglimento della domanda.
Per dare un’idea dei tempi, chi presenta la domanda di rinnovo del Reddito di cittadinanza entro la fine di maggio potrebbe ricevere la risposta entro il 15 giugno. Ormai, infatti, si sono standardizzati in 10 giorni lavorativi circa i tempi che l’Inps si prende per assumere in carico la richiesta. E poi cinque giorni per comunicare l’esito.