«È mio sincero desiderio che quando il momento verrà, Camilla sia riconosciuta come “Regina Consorte”». Elisabetta II, spezzando il silenzio ufficiale dei giorni che hanno preceduto il traguardo storico di oggi domenica 6 febbraio (70 anni di regno), con un messaggio che parla con le parole del cuore, conferma la sua dedizione a rinnovare «la promessa che feci nel 1947 che tutta la mia vita sarà sempre dedicata al vostro servizio». Ma lancia anche lo sguardo al dopo. E annuncia con il messaggio che segna l’inizio del Giubileo di Platino del suo regno: «Camilla sarà regina consorte».
«Quando nel compiersi del tempo, mio figlio Carlo sarà re, so che assicurerete a lui e alla moglie Camilla lo stesso sostegno che avete sempre assicurato a me», scrive la regina. E ricorda la fortuna di aver avuto per tutto il suo lungo regno l’aiuto amorevole della famiglia. E in particolare dell’amatissimo marito Filippo, scomparso un anno fa ad aprile.
«Sono stata fortunata di aver avuto nel principe Filippo un partner desideroso di svolgere il lavoro di principe consorte e di fare con altruismo i sacrifici che questo comporta». La premessa per parlare del futuro, di quando Carlo sarà re. E accanto avrà Camilla.
E’ anche la prima volta che la regina parla del figlio come futuro re in modo così chiaro, quasi imminente. Anche se ha sempre pensato al principe di Galles come l’erede destinato al trono. Nelle sue parole ora c’è quasi la consapevolezza che «nessuno di noi vivrà per sempre», la frase per la prima volta pronunciata da Elisabetta mesi fa, dopo i problemi di salute dell’autunno scorso.
E con l’annuncio su Camilla, Elisabetta riconosce alla moglie di Carlo la pienezza del titolo e del ruolo reale al fianco del futuro re. In passato si era parlato dell’ipotesi che la duchessa di Cornovaglia potesse non prendere la corona di regina consorte, limitandosi a usare il titolo di “Principessa consorte”. Anche se questo avrebbe richiesto cambiamenti normativi complessi e mai affrontati.
Carlo e Camilla si erano sposati il 9 aprile del 2005 a Windsor con una cerimonia intima, di famiglia. Dopo la tragica morte della principessa Diana nel 1997. E Camilla dall’ingresso nella famiglia Windsor non ha mai smaniato per i riflettori, consapevole della difficoltà di far accettare quella «terza persona» nel rapporto tra Carlo e Diana.
Anzi, Camilla ha scelto un profilo defilato, è entrata nella Firm in punta di piedi, sostenendo però Carlo in un ruolo sempre più evidente nelle dinamiche del palazzo. Un passo indietro come per una vita è stato Filippo. Ruolo defilato dal quale ha iniziato a emergere nelle difficoltà della pandemia quando si è prodigata con diverse charities, in Royal smart working e anche lanciando una community per appassionati di libri e letture.
L’endorsement di ieri sera della regina non arriva però all’improvviso. Non era passato inosservato il preciso riferimento a Camilla (ma anche a Catherine) nel messaggio di Natale della sovrana. Accostando le due donne a Carlo e a William, come già a voler indicare la strada del futuro. Due coppie, due generazioni, pronte domani a continuare il suo lavoro.
E adesso il desiderio della sovrana che Camilla sia regina consorte, segue l’annuncio di Capodanno che la duchessa di Cornovaglia sarebbe stata insignita del titolo di Dama dell’Ordine della Giarrettiera. Per grazioso desiderio della regina, Camilla è diventata così Royal Companion del Most Noble Order of the Garter, insomma del più nobile e ambito Ordine cavalleresco della Gran Bretagna 2022, che getta le radici al tempo di Edoardo III, nel 1348. Per Camilla era stato il primo riconoscimento publico dell’impegno di decenni ormai, nel servizio della Corona.
Amatissima, rispettata, la regina che ha colto l’occasione del messaggio che ha dato il via al suo Giubileo di Platino per ricordare i tanti progressi in 70 anni ed esprimere riconoscenza a genti di ogni nazionalità, fede ed età: la sfida di Carlo sarà quella di guidare un Paese multireligioso, sempre più multietnico.
Di più, con la forza, la fiducia di cui beneficia la regina a Londra in quanto Capo di stato che ha guidato il Paese attraverso una stagione lunghissima di «straordinario progresso sociale», Elisabetta ha voluto fare appello al suo popolo perché non faccia mancare a Camilla e a Carlo lo stesso affetto, la stessa lealtà.
Prima dell’annuncio in serata, ieri Elisabetta era riapparsa a Sandringham nella residenza di campagna dei Windsor per tagliare la prima torta del Giubileo con la comunità locale. Sorridente, sicura pur fragile con il bastone fra le mani per aiutarsi nel cammino, ha ricordato l’alluvione nel Norfolk e ha scherzato con la cuoca del Coronation chicken alla sua incoronazione in quell’ormai lontano giugno del ‘53.
L’anno prima, nel 1952, a soli 25 anni Elisabetta era diventata regina. «Ed è un giorno – ha scritto ieri nel suo messaggio – che pur lontano ormai 70 anni ricordo ancora perfettamente, sia per la morte di mio padre re Giorgio VI, sia perché fu l’inizio del mio regno». Per concludere: «E desidero continuare a servirvi con tutto il mio cuore».