L’autopsia disposta per la morte del piccolo Edoardo Bassani nel parco di Mirabilandia ha confermato, secondo i primi risultati ufficiosi, la morte per annegamento diretto, come del resto era già emerso dalle verifiche fatte dai carabinieri e condensate dalle ipotesi tracciate dal procuratore di Ravenna Alessandro Mancini. A fine luglio tutti i consulenti si ritroveranno all’istituto di Medicina Legale di Verona, dove lavorano i due esperti incaricati dalla Procura ravennate.
L’esame autoptico è stato preceduto da un ulteriore sopralluogo alla piscina di ‘Mirabeach’, all’interno del parco Mirabilandia di Ravenna, dove il bambino è morto mercoledì pomeriggio. “Sono emersi elementi – ha precisato l’avvocato Giovanni Zauli del Foro di Forlì-Cesena che difende la madre del piccolo, la prima dei dieci a essere indagata – che confortano quanto questa difesa sta acquisendo: ovvero che la mia assistita farà il processo sul banco delle persone offese”.
Al nulla osta per la salma seguirà, a inizio settimana, il funerale del piccolo. Dopo gli accertamenti sulle cause della morte del bimbo, quasi certamente annegato, la Medicina del Lavoro dell’Ausl punterà a scandagliare i protocolli legati alla sicurezza interna del parco e verificherà il rispetto di tutte le norme di settore.
Secondo il video, sequestrato, delle telecamere interne, la madre ha lasciato il bimbo vicino a uno scivolo con circa 30 centimetri di acqua dicendogli di restare lì fermo perché lei sarebbe tornata in breve. Il bambino invece ha iniziato a spostarsi verso una baby-dance, prima giocando e poi annaspando per infine soccombere in 110 centimetri d’acqua.
Il corpo è stato quindi spostato dalle correnti della piscina fino al punto del rinvenimento. Nel frattempo i bimbi attorno, ignari, hanno continuato a giocare: qualcuno lo ha pure sfiorato o gli è passato sotto in apnea. Il video dura otto minuti circa, dal momento dell’allontanamento della madre ai soccorsi, quando già la donna lo stava cercando. Di questi, per circa tre minuti il bimbo è rimasto a faccia in giù in acqua. (Continua……)
L’autopsia è stato un “accertamento tecnico non ripetibile” per il quale sono stati avvisati i dieci indagati per omicidio colposo in cooperazione, che hanno così la possibilità di nominare a loro volta consulenti. Oltre alla madre 38enne del piccolo, figurano un bagnino di salvataggio 18enne, cesenate, che si trovava una un ventina di metri dal corpicino che galleggiava a faccia in giù e che per primo è intervenuto dopo la segnalazione di un ragazzino di 10 anni; ci sono quindi responsabili a vari livelli della sicurezza e del servizio di salvataggio; e infine il direttore generale del parco e quello operativo. Tra le persone offese avvertite formalmente per l’autopsia, oltre alla madre nella doppia veste, anche di indagata, c’è pure il padre 37enne del bimbo. Nel quesito dell’esame autoptico si è chiesto anche di chiarire se l’eventuale annegamento possa essere stato diretto o indiretto (cioè legato o meno a eventi come malori).