Ma il caldo, può o non può uccidere il coronavirus? Sembra proprio che una nuova speranza su un argomento già trattato da un bel po’ di tempo ma che ancora non si riesce a venirne a capo. Anche se oggi, in un’intervista il ministro della salute Walter Ricciardi ha rivelato che secondo uno studio americano il virus al sole con una temperatura di 24 gradi sparisce in due minuti e inoltre soffrirebbe tantissimo l’umidità.
«Uno studio presentato il 24 aprile dal sottosegretario alla sicurezza interna Usa alla Casa Bianca mostrerebbe che il virus soffre il caldo umido. Al chiuso, con 24° e 20% di umidità può resistere su una superficie per 18 ore, con 35°e un tasso di umidità dell’80% la sua permanenza non supera l’ora. Se poi si è al sole bastano 24° e lo stesso livello di umidità perché scompaia in due minuti» Ha riferito Ricciardi «Poi vedremo a giugno quando con il caldo umido il virus potrebbe attenuarsi». Continua…
Il coronavirus soffre l’umidità
Quindi, forse quest’estate riusciremo ad avere un po’ di tregua? «Assolutamente no – spiega Ricciardi – perché il virus circolerà lo stesso e dovremo continuare a rispettare le regole igieniche e sul distanziamento. Però potremmo conviverci meglio».
«L’Italia e devo dire anche il Piemonte, pagano anni di disinvestimenti in sanità, in particolare dei servizi territoriali. Il ministro Speranza ha pronto un piano di rafforzamento del territorio.
Il coronavirus muore se esposto al sole a 24 gradi
Ma dovremo fare tesoro di questa esperienza per rifondare il nostro Ssn, a cominciare – sottolinea – dai medici di famiglia e dai servizi territoriali che devono lavorare in raccordo con gli ospedali».
«I pilastri sono sempre quelli del distanziamento e dell’igiene personale oltre che – ricorda – ambientale. Se vado a trovare i parenti, soprattutto se anziani, devo evitare di toccarli e se non sono sicuro di mantenere sempre il metro di distanziamento meglio tirare su la mascherina chirurgica. Poi lavarsi le mani come si entra in casa. Ma niente assembramenti. In una stanza di 30 metri quadri più di quattro meglio non essere».