Un decreto legge, da affiancare alla manovra, per anticipare alcune misure anti-Covid più urgenti. È questa, secondo quanto si apprende da fonti di governo, una delle ipotesi emersa durante il vertice notturno a Palazzo Chigi su Dpb e legge di Bilancio e che si tornerà ad approfondire in un nuovo consiglio dei ministri previsto questa sera. Nel provvedimento potrebbero entrare ad esempio la proroga della Cig o le nuove regole per lo smart working nella P.a.- Un punto quest’ultimo richiamato anche dal ministro Roberto Speranza durante il vertice con Regioni e Cts: “Lavoriamo insieme sui trasporti. Serve una mossa netta sullo smart-working, direi di arrivare anche al 70-75%”. Il dl non dovrebbe invece contenere interventi sul fronte delle cartelle del fisco.
Intanto si è tenuto questa mattina nella sede della Protezione Civile di via Vitorchiano, a Roma, la riunione di coordinamento con le Regioni a cui partecipano in presenza il ministro degli Affari Regionali, Francesco Boccia, il commissario Domenico Arcuri e il capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli. Collegati in videoconferenza il ministro della Salute, Roberto Speranza, e i presidenti delle Regioni. Il vertice è stato convocato ieri per un confronto con le Regioni sui tamponi e la tenuta delle terapie intensive e anche per valutare eventuali misure più stringenti che il governo si appresta a mettere in campo per frenare i contagi. (Continua…)
Il governo, infatti, come confermato durante il vertice da Speranza “è al lavoro per dare vita nel più breve tempo possibile al nuovo dpcm”. E nel sollecitare la “massima sintonia” fra Stato e Regioni, il responsabile della Salute sposa la linea del Pd sottolineando la necessità di dare priorità a scuola e lavoro e intervenire con una stretta sulle attività non essenziali, assicurando però aiuti ai settori colpiti: “Se decidiamo come governo di chiedere a qualche comparto di cessare o limitare le proprie attività ci facciamo carico del ristoro”. Altro punto in discussione è la movida serale: “Potremmo fare uno sforzo in più, valutiamo se è il caso di una una stretta sugli orari serali per evitare assembramenti”, ha chiesto Speranza.
“Con autunno fase nuova, reti sanitarie forti, ma dobbiamo evitare sfondamento come era avvenuto a marzo scorso”, ha ribadito invece Boccia nel corso della riunione. “Sono disponibile a ricominciare gli acquisti centralizzati di tamponi, reagenti e test antigenici per arrivare a 200mila tamponi molecolari al giorno e 100mila test rapidi antigenici al giorno” ha detto invece il commissario straordinario all’emergenza coronavirus Domenico Arcuri rivolgendosi alle Regioni. Ha inoltre rassicurato che l’obbiettivo prefissato a inizio pandemia di rafforzare le terapie intensive “è stato raggiunto e pure superato. I cittadini in terapia intesiva al momento sono solo 638”. Nel pomeriggio è iniziato un nuovo incontro tra i presidenti delle Regioni per elaborare altre proposte di contrasto al coronavirus. Questa mattina si è anche tenuta una riunione dei ministri cinquestelle sulle misure, segno dello stato di fibrillazione del governo sul coronavirus. Alle 17 nuova convocazione anche per il Cts. (Continua…)
Tra le nuove disposizioni potrebbe esserci una ulteriore stretta per i ristoranti, che potrebbero dover chiudere alle 22. Misure più dure sarebbero allo studio anche per gli sport dilettantistici da contatto e salcune attività fisiche (nel mirino potrebbero finire le palestre); parrucchieri, estetisti e saloni di bellezza; cinema e teatri; sale gioco e Bingo. Ma Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia Romagna e presidente della Conferenza Stato-Regioni, dopo l’incontro di oggi con il governo ha chiarito: “Salvaguardando le attività produttive e quelle di servizio, occorre ragionare meglio sul contenimento di quelle che determinano assembramenti o compresenza ravvicinata non organizzata e meno gestita. Non mi pare però che i ristoranti – ha spiegato Bonaccini – e gli esercizi che assicurino posti a sedere nel rispetto dei protocolli debbano rientrare in questa categoria. Va da sé che i settori che dovessero essere toccati da provvedimenti più restrittivi meriterebbero da subito misure di sostegno e ristoro”.
Per lo smart working appare probabile una decisa implementazione, fino a quota 70%. Le scuole dovrebbero restare fuori da queste nuove restrizioni, anche se dal Cts sarebbero arrivate indicazioni per disporre ‘dad’ modulata, così come per orari scaglionati. “La fase che stiamo attraversando richiede una risposta di sistema e di massimo raccordo tra Governo-Regioni”, ha precisato Bonaccini. Che poi ha ribadito “la centralità assoluta della scuola e del lavoro anche in questa fase. Per difendere la scuola è necessario un ulteriore sforzo per cercare una più netta differenziazione degli orari scolastici” e dove “non possono essere escluse ipotesi di una didattica mista – anche con ricorso alla didattica a distanza – per gli studenti universitari e per quelli degli ultimi anni delle scuole superiori. Ma la scuola in presenza resta la priorità”. Inoltre, le Regioni precisano che “le attività legate al benessere della persona non rientrano tra quelle interessate da eventuali provvedimenti”, mentre si ribadisce la volontà di condividere “interventi per rafforzare il ricorso allo smartworking” a partire dalla pubblica amministrazione”. Le disposizioni potrebbero essere più restrittive per le Regioni a rischio maggiore. Fuori discussione un nuovo lockdown, esplicitamente escluso dal premier Conte ieri sera al festival di Limes.