Aveva annunciato una manifestazione di protesta contro il governo e contro la presidente della Repubblica, ma appena messo già il piede dalla macchina è stato preso in consegna dalla polizia che lo ha portato via. Questa l’avventura capitata ieri nel tardo pomeriggio a Robert Fico, tre volte primo ministro e leader del partito Smer-SD oggi tra i principali soggetti dell’opposizione.
La protesta nella capitale, lungamente annunciata, si sarebbe dovuta snodare in forma di sfilata di auto a partire da Tyršovo nábrežie, un luogo poco frequentato sulla riva destra del Danubio vicino al Ponte Vecchio nel quartiere Petržalka, transitare suonando i clacson davanti al palazzo del governo e concludersi davanti al palazzo presidenziale. La scelta di protestare in automobile era dettata dall’attuale regime di divieto di assembramenti a causa del lockdown deciso dal governo. Una misura che da oggi viene ammorbidita di giorno, con il coprifuoco che rimane solo nelle ore notturne. Rimane tuttavia il divieto di assembramenti e assemblee pubbliche, e nei giorni scorsi erano stati arrestati due operatori sanitari che protestavano davanti al Parlamento.
L’arresto è avvenuto intorno alle 18, prima dell’inizio del corteo, che avrebbe dovuto assumere le sembianze di una processione funebre, a simboleggiare un “addio alla democrazia” e una vibrante protesta in «disaccordo con la politica del governo e del suo portavoce, la presidente Čaputová». Fico aveva detto che la manifestazione si sarebbe svolta nel rispetto delle misure attualmente in vigore. Al momento dell’arresto, secondo i media si erano radunate per la protesta una cinquantina di persone. «Ecco lo stato della nostra democrazia», ha detto Fico prima di salire sull’auto della polizia.
Quando in serata è stato rilasciato dalla stazione di polizia, Robert Fico ha detto che gli sono state notificate accuse per il reato di istigazione, una ipotesi che lui definisce del tutto inventata e un atto di intimidazione. In serata ha postato un video sui social in cui ringrazia i cittadini per il sostegno e afferma che il governo deve davvero avere paura della rabbia della gente per arrivare a questo.
Secondo altri importanti rappresentanti del partito, l’azione della polizia è stata dettata non da reale preoccupazione per un reato ma piuttosto sulla spinta della coalizione al governo. Il deputato Ľuboš Blaha, ben noto per le sue dichiarazioni forti, ha parlato di fascismo e terrore poliziesco paragonando gli agenti di polizia alla Gestapo, mentre l’ex ministro dell’Interno Robert Kaliňák sottolinea l’illegalità dell’intervento, un vero abuso di potere visto che per portar via in quel modo un deputato serve il consendo del Parlamento. Anche il partito Hlas-SD di Peter Pellegrini, da mesi al primo posto nei sondaggi elettorali, ha dichiarato essere assolutamente inaccettabile l’operato della polizia. In una nota il partito afferma che è ora chiaro che lo stato di emergenza, reintrodotto di recente, «non serve al governo per garantire il funzionamento dell’assistenza sanitaria, ma per la soppressione dei diritti e delle libertà costituzionali elementari dei cittadini slovacchi».
Il corpo della polizia di Stato afferma oggi che «Un membro autorizzato della direzione distrettuale delle forze di polizia di Bratislava I ha denunciato per il reato di istigazione il 57enne Robert F. di Bratislava. L’imputato non è stato detenuto ai sensi del codice di procedura penale, ma è stato notificato su richiesta di un organo attivo nel procedimento penale, al fine di compiere gli atti procedurali necessari. Quando la situazione procedurale lo consentirà, forniremo informazioni più dettagliate in merito». Se fosse confermata l’accusa di istigazione, il capo dei socialdemocratici rischia fino a due anni di carcere.