E perché odiano i botti di Capodanno? Sapere cosa fa male ai nostri amici di casa aiuta a preservarli dai pericoli. Oscar Grazioli spiega come nel libro «I No che aiutano i nostri animali»
La casa è un posto sicuro?
La casa è il nostro nido, il luogo dove ci sentiamo più sicuri al mondo, liberi di poterci rilassarci e abbassare i livelli di guardia. Ma anche per i nostri amici a quattro zampe è lo stesso? Spesso in casa si celano pericoli impensabili per i nostri animali da compagnia; purtroppo siamo abituati a pensare da essere umani, convinti che il nostro modello di vita e le nostre abitudini possano adattarsi facilmente anche a loro. Oscar Grazioli, veterinario, esperto di anestesia e terapia del dolore, nel suo libro I no che aiutano i nostri animali (Salani), ci propone un vademecum per non avere brutte sorprese in casa. Eccone un assaggio nelle schede che seguono.
Cipolle, scalogno e porri
Il gatto è carnivoro e difficilmente sceglierà di mangiare una cipolla di sua spontanea volontà. Ma se questa è sminuzzata, cotta e intrisa in un buon intingolo chissà; il loro palato potrebbe apprezzare. Lo stesso non vale per il cane che molto più probabilmente ingurgita tutto senza pensarci troppo. Uno dei componenti della cipolla, i sulfossidi, cioè i responsabili del tipico odore, sono la causa della tossicità sull’organismo del gatto che non riesce a metabolizzarli e viene colpito da una particolare anemia che a volte può essere fatale. Facciamo attenzione anche agli omogenizzati per bambini dove talvolta viene inserita la polvere di cipolla come aromatizzante. Pensiamo possa far recuperare loro l’appetito o nutrirli meglio, visto che è adatto alla crescita di un bimbo, ma in realtà li stiamo intossicando un po’ per volta. Per i cani, invece, la tossicità di questi alimenti è inferiore ma sarebbe buona norma evitarli.
Caffè, te’ e pasticcini
Sono gli alcaloidi eccitanti, quelli cioè contenuti nel caffè, tè, cioccolata o altri alimenti di largo consumo a essere energetici per l’uomo ma altamente velenosi per i nostri amici. Quindi teniamoli lontani dai gatti che posso raggiungere i resti sul tavolo o le tazzine sporche nel lavello poiché bastano pochi grammi di caffeina ad avvelenarli fino, a volte, a causarne la morte. I sintomi sono strani tremori muscolari, eccitazione e respiro corto. Per ogni evenienza è bene tenere in casa del carbone vegetale e somministrarne una compressa (per gatti e cani di piccola taglia, o 4 per cani più grandi) che aiuta ad assorbire in parte la metixantine in eccesso e praticare clisteri di Diazepam (tipo Valium) a seconda della taglia se non si riesce a correre subito dal veterinario. Anche latte e dolciumi non solo consigliati ma le conseguenze sono molto meno gravi per i nostri amici che al massimo possono andare incontro a una gastroenterite.
Frutta, verdura e macedonia
Come abbiamo detto il gatto è carnivoro e quindi gli ortaggi esulano dalle sua dieta ma possono esserci alcuni alimenti che sono innocui o addirittura, come ad esempio la carota cotta per il cane, ottimi per l’apporto di fibre. Da evitare la parte verde attaccata al pomodoro perché ricca di solanina o fagioli in scatola che possono contenere additivi pericolosi o salsa di pomodoro non cotta. Lo stesso vale per la patata ricca anch’essa di solanina ma che una volta cotta viene inattivata. Alla fine degli anni 80 si è scoperto che addirittura l’uva, sia fresca che appassita, è tossica per il cane. Non si conoscono le cause ma può generare insufficienza renale.
I bambini
Al di là dei modelli educativi, i bambini nei primi anni di età amano l’esplorazione del mondo che li circonda e possono a volte compiere atti di violenza verso gli animali. Tutti noi abbiamo ucciso formiche , tirato la coda al gatto o cose simili. Il linguaggio degli animali è fatto inoltre di sguardi e piccoli movimenti mentre un bambino tenderà a strillare e muoversi in modo disordinato. Nell’animale potrebbe scattare l’istinto della difesa che può portare all’attacco o alla fuga. Proprio per questo sarebbe meglio non lasciare mai un cucciolo di cane o gatto nelle mani di un bambino se non sorvegliato da un genitore. Ma se si riesce a instaurare un rapporto equilibrato tra i due, i risultati anche nella crescita del bimbo, come molti studi dimostrano, sono migliori rispetto a chi un animale in casa non ce l’ha.