Imparare a stare bene da soli è una delle più grandi battaglie della vita. Esistono diversi tipi di solitudine, quella voluta, quella indotta e poi, la peggiore, quella ricorrente nonostante la presenza di qualcuno nella propria vita. Ci si sente veramente soli quando quando si ha accanto qualcuno che non da valore al nostro tempo.
Nonostante i rumori quotidiani del mondo troppo spesso i nostri pensieri rimbombano nella mente facendo troppo rumore e, generalmente, quelli più ricorrenti, sono proprio i pensieri che ci fanno più male. Ed è allora che si tende a riempire i propri spai vuoti, con persone, situazioni, interessi e molto altro. Di tutto pur di non sentire ancora e ancora quel dolore.
La sofferenza mentale è spesso paralizzante, perchè ti tocca proprio nella parte più intima di te. Affonda lentamente dentro noi stessi ancorando le proprie radici saldamente e – a tratti – ci impedisce di respirare.
Chi rifugge la solitudine è generalmente una persona che soffre e quando una persona prova una morsa lancinante allo stomaco farebbe qualsiasi cosa per avere uno spiraglio di luce.
Rimanere da soli con se stessi fa paura, perché costringe ad avere a che fare con le proprie paure, quelle più nascoste, quelle che cerchiamo ogni giorno di soffocare dentro noi stessi. Una persona che riesce a stare bene da sola è una persona che ha imparato a conoscersi e, soprattutto, ad accettarsi. Ha imparato ad affrontare i propri fantasmi del passato, a volersi bene anche senza una persona accanto.
Occorre parecchia forza per riuscire ad amare la propria solitudine. Solo una persona che ha veramente toccato il fondo è in grado poi di assaporare veramente la solitudine, e quando la solitudine è diventata una compagnia fedele anziché una nemica si inizia a dare valore al proprio tempo.
Non ci si circonda più di false presenze. Non si scende più a compromessi con se stessi. Non ci si rassegna ad una presenza altalenante che ci fa comunque sentire soli.