Non è mai stata innamorata di lui, lo so per certo, e gliel’ha anche detto chiaro. Gli ha detto che provava interesse solo per le donne»: così un’amica di entrambi ha descritto ad Andrea Pasqualetto sul Corriere il rapporto fra Massimo Sebastiani ed Elisa Pomarelli. Sebastiani, 45 anni, ha ucciso la ragazza, 28, dopo un pranzo insieme in campagna.
Lo ha confessato lui, arrestato dai Carabinieri dopo giorni di fuga nei boschi del Piacentino. «Finora non ha spiegato le motivazioni precise» dicono gli inquirenti. Lui si è limitato a un: «Ero innamorato, ero ossessionato da lei».
Qualcuno lo ha definito «il gigante buono», in paese non lo sospettavano capace di gesti violenti. Di certo c’è che i due non erano una coppia, anche se pare fossero molto legati. Le indagini aiuteranno a capire meglio, ma purtroppo — se le prime ricostruzioni verranno confermate — la dinamica sembra quella di sempre. Succede in media ogni tre giorni:
un uomo uccide una donna a cui era o è legato perché lei non è disponibile alla sua volontà. Anche questa volta c’è un uomo che pretende di avere un diritto su una donna, in nome di quello che lui e solo lui prova.
Incapace di vederla come una persona indipendente dai suoi desideri, la vuole alle proprie condizioni. Ma Elisa a quelle condizioni non voleva stare, si era presa la libertà di decidere per sé. Un no è sempre un no, indipendentemente dalle preferenze sessuali di chi lo dice, non serve altro.
Ma in questo caso c’è un ulteriore aspetto. Elisa aveva detto a Sebastiani di non essere interessata agli uomini in generale. Si era sottratta senza appello al desiderio maschile. In quanto donna e, ancor di più, in quanto donna che amava le donne. Un doppio affronto per chi ritiene assurdamente, solo in virtù del suo genere, che i propri desideri debbano essere legge. Ancora oggi in Italia ci sono uomini per cui sentirsi dire questi no è intollerabile.