Da oggi si entra nella possibilità di giallo, ma adesso la Sicilia rischia di diventare arancione già a inizio settembre. Alla vigilia della cabina di regia, la curva dei contagi non mostra ancora segnali di picco. Ma la previsione degli statistici è disastrosa.
“La zona arancione è dietro l’angolo, in Sicilia la situazione è fuori controllo e gli indicatori di pressione ospedaliera sono già oltre le soglie previste dal passaggio in giallo”, non fa giri di parole Antonello Maruotti, docente di statistica all’Università Lumsa e cofondatore dello StatGroup19, gruppo di studi sul covid formato da diversi accademici italiani.
“L’unico modo per restare in giallo è l’aumento dei posti letto destinati ai positivi”. Se a livello nazionale la curva è arrivata al picco, ossia al momento in cui i contagi non possono più aumentare in modo significativo ma solo scendere, ciò non avviene di pari passo nell’Isola.
“La crescita non si arresterà almeno per un’altra settimana – aggiunge Maruotti – entro venerdì si sforerà il tetto dei 1500 contagi, il che significa una maggiore pressione sugli ospedali. Occorre considerare che i contagi di adesso andranno a influire sulle ospedalizzazioni tra 10-15 giorni.
E, se non si vede il picco ancora, è semplice fare due conti”. Due giorni fa quasi un quarto dei casi italiani è stato registrato in Sicilia. Il che fornisce la misura della situazione.
“I ricoveri in terapia intensiva sono passati da una decina a 80 nel giro di un mese e mezzo – dice il professore – cresciuti soprattutto nelle ultime due settimane. L’aumento dell’incidenza è davvero preoccupante (nel bollettino diramato ieri è salita al 6,6%, il giorno prima era al 4,6% ndr.)”.