Silvio Berlusconi e il sogno (forse irrealizzabile) di essere sepolto a Villa San Martino –

di Redazione

Silvio Berlusconi e il sogno (forse irrealizzabile) di essere sepolto a Villa San Martino –

| martedì 13 Giugno 2023 - 22:48

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Silvio Berlusconi e il sogno (forse irrealizzabile) di essere sepolto a Villa San Martino –

Tra mille sogni realizzati, ce n’è uno che Silvio Berlusconi probabilmente non riuscirà a portare a termine. Almeno per il momento. Il Cavaliere avrebbe voluto essere sepolto nel mausoleo che lui stesso fece costruire per se stesso, i familiari e gli amici più stretti negli anni ‘90 nel parco di Villa San Martino, ad Arcore, dopo la morte del padre Luigi.

Silvio Berlusconi (Foto Instagram)

Trentasei loculi sotterranei e una grande scultura esterna

A firmare il monumento funebre, terminato nel 1993 dopo tre anni di lavori, è stato l’amico e lo scultore di fama mondiale Pietro Cascella morto nel 2008. “Mi disse: ‘non farmi una cosa mortuaria con le falci, i teschi’ – raccontò l’artista toscano in un’intervista – e allora ho pensato all’alto, al cielo e ho fatto questa cosa che si chiama volta celeste”. Stando ai rumors, il mausoleo conterebbe 36 loculi sotterranei e una grande scultura esterna realizzata in marmo bianco delle Alpi Apuane.

Silvio Berlusconi e Marta Fascina (Foto Instagram)

Ecco perchè al momento non c’è sepolto nessuno

Attraverso una scala in travertino, si accede al corridoio che conduce alle tombe. Al centro della costruzione c’è una bara bianca realizzata per Silvio Berlusconi e un fregio con catene e anelli, simbolo della famiglia. Al momento, il mausoleo è vuoto perché la legge vieta la sepoltura in luoghi diversi dai cimiteri. Rosa Bossi, l’adorata mamma del Cavaliere, riposa infatti nel cimitero Monumentale di Milano, accanto al marito Luigi Berlusconi morto nel 1989.

Il rifiuto di Indro Montanelli

Anni fa, Emilio Fede dichiarò che gli sarebbe piaciuto essere ospitato per l’eternità a Villa San Martino insieme a Fedele Confalonieri e a Marcello Dell’Utri. “Domine non sum dignus” (“Signore, non sono degno”), avrebbe risposto Indro Montanelli, all’epoca direttore del Giornale, all’invito del Cavaliere.

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