Oggi 27 marzo, papa Francesco ha regalato un momento di preghiera straordinario, senza precedenti su molti aspetti. Era stato annunciato lo scorso 22 marzo al termine dell’Angelus. A seguire troverete il testo integrale dell’adorazione che è stata tenuta sul sagrato della basilica di San Pietro, con l’intera piazza vuota, ma trasmessa in mondovisione.
Il momento di preghiera ha avuto un momento ascolto della Bibbia, una supplica ” in questo tempo di dura prova per tutti”. L’adorazione eucaristica, sarà conclusa con una benedizione Urbi et Orbi alla Città, Roma e al mondo intero. Ci sarà anche la possibilità di ricevere l’indulgenza plenaria. La formula dell’indulgenza sarà pronunciata dal cardinale Angelo Comastri, Arciprete della Basilica di San Pietro. Continua…
L’indulgenza plenaria è lo strumento che stando alla dottrina cattolica- rimette totalmente le pene che sono maturate con i peccati, anche quelli che sono stati già perdonati da Dio e assolti dal sacerdote con la confessione. Secondo la dottrina cattolica, quelle pene se non sono rimesse, verrebbero scontate nel Purgatorio.
Per conseguire le indulgenze, i fedeli devono pentirsi, ripudiare il peccato e confessarsi. Il brano di Vangelo scelto è stato quello della tempesta sconfitta: Si racconta dell’attraversamento durante la notte del mare di Galilea, quanto una tempesta di vento giunse, rischiando di far affondare la barca sulla quale viaggiavano. i discepoli svegliano Gesù che dormiva mentre era a poppa, e con le seguenti parole: «Maestro, non ti importa che siamo perduti?». Gesù dopo aver placato il mare con un rimprovero chiese ai suoi discepoli: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». Continua…
E così di fronte alla tempesta ” del Coronavirsu” che sta vivendo il mondo intero, ha detto il Papa: Siamo tutti sulla stessa barca: tutti! «Da settimane sembra che sia scesa la sera. Fitte tenebre si sono addensate sulle nostre piazze, strade e città; si sono impadronite delle nostre vite riempiendo tutto di un silenzio assordante e di un vuoto desolante, che paralizza ogni cosa al suo passaggio: si sente nell’aria, si avverte nei gesti, lo dicono gli sguardi», E ha continuato Papa Francesco dicendo: «Ci siamo ritrovati impauriti e smarriti.
Ci sentivamo forti e capaci di tutto. Ma la tempesta ha smascherato la nostra vulnerabilità e lasciato scoperte quelle false e superflue sicurezze con cui abbiamo costruito le nostre agende, i nostri progetti, le nostre abitudini e priorità. Con la tempesta, è caduto il trucco di quegli stereotipi con cui mascheravamo i nostri ego sempre preoccupati della propria immagine; ed è rimasta scoperta, ancora una volta, quella (benedetta) appartenenza comune alla quale non possiamo sottrarci: l’appartenenza come fratelli».