Somalo 21enne violenta una donna di 68 anni in spiaggia a Ortona: condannato a 4 anni

di admin

Somalo 21enne violenta una donna di 68 anni in spiaggia a Ortona: condannato a 4 anni

| giovedì 27 Giugno 2019 - 10:44

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Somalo 21enne violenta una donna di 68 anni in spiaggia a Ortona: condannato a 4 anni

Finisce con la condanna a 4 anni di reclusione e 5 di interdizione dai pubblici uffici il processo con rito abbreviato, dinanzi al giudice del Tribunale di Chieti Isabella Maria Allieri, a carico di Shaeb Nuur Saleban, 21 anni, somalo.

Il giovane, che si trova in Italia con lo status di protezione sussidiaria, all’epoca ospite in una comunità a Pettorano sul Gizio, era stato arrestato il 14 novembre dell’anno scorso a Ortona dai carabinieri. Secondo l’accusa avrebbe abusato di una donna di 68 anni che stava prendendo il sole e che sarebbe stata bloccata sulla sabbia dal giovane ubriaco che si era denudato.

Il giovane era inoltre accusato di lesioni personali per aver provocato alla vittima lesioni personali guaribili in 30 giorni.


Ieri Saleban era in aula, ha reso alcune dichiarazioni per difendersi, parole incomprensibili, ed ha lasciato il palazzo di giustizia al termine dell’udienza per tornare nel carcere di Teramo dove è detenuto. Per il giovane, difeso dall’avvocato Gianluca Totani dell’Aquila, il pm Giuseppe Falasca aveva chiesto un condanna a 4 anni e 8 mesi partendo da una pena complessiva di 7 anni dalla quale dedurre la diminuente del rito.

Totani, dal canto suo aveva chiesto il proscioglimento per totale vizio di mente: la perizia eseguita in sede di incidente probatorio ha stabilito che il somalo non ha patologie psichiatriche ma era preda di uno stato di cronica intossicazione da alcol che influisce sulla capacità di intendere e di volere, e non è socialmente pericoloso. Un tema, quello della perizia, che sarà questo sicuramente argomento del ricorso in Appello.

La vittima, che era presente in Tribunale, non si è costituita parte civile. “Le donne devono denunciare sempre – ha detto la 68enne, che vuol restare anonima, fuori dall’aula – ed affidare alla legge il compito di fare il suo corso. Bisogna avere fiducia nella legge e in chi la rappresenta, a partire dalle forze dell’ordine che mi hanno salvato la vita” .

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