“Sono soggetto fragile”. Tv sotto choc, l’amata conduttrice preoccupa: le sue condizioni

di admin

“Sono soggetto fragile”. Tv sotto choc, l’amata conduttrice preoccupa: le sue condizioni

| mercoledì 05 Gennaio 2022 - 13:41

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“Sono soggetto fragile”. Tv sotto choc, l’amata conduttrice preoccupa: le sue condizioni

“La cena del 24 ha colpito. Strike, focolaio familiare. Tutto come da manuale. Anche se avevamo ciclo completo di vaccinazioni, booster, tampone negativo. Sono stata male, molto male”. Inizia così il racconto di Tiziana Panella al Corriere della Sera: la giornalista e conduttrice di Tagadà, su La7, ha rivelato di aver contratto il Covid a Natale e ha ripercorso la sua esperienza con il virus.

Ora, fortunatamente, sta meglio ed è in ripresa ma durante queste feste ha vissuto momenti difficili. Tutto è successo durante il cenone della Vigilia con i parenti: “Dopo due anni, sono tornata con mia figlia a Caserta dai miei genitori. Insomma, ciclo completo di vaccinazioni, booster, tampone negativo… si può fare.

Tasso di euforia alla partenza altissimo, mia figlia felice. Il 24 a cena, c’è una specie di cappa. Il figlio di mio fratello è positivo, mio fratello non c’è. In compenso arriva Babbo Natale che, causa Covid, fa un giretto veloce e poi riparte con le renne”. Poi però il giorno di Natale, al risveglio, avverte i primi sintomi: subito si mette in isolamento, le sembra di stare meglio, ma poi la situazione peggiora.

“Mi sveglio ed è Natale e sto male e resisto. Il 26 sono a Roma – racconta ancora Tiziana Panella -. I sintomi non li riconosco, forse è un’influenza, una intossicazione. Intanto, mi metto in isolamento, aspetto, mi sembra di stare meglio, poi di nuovo male. La cena del 24 ha colpito, arriva la notizia del primo positivo, il secondo, il terzo, io sarò la quarta. Tutto come da manuale, sembra una puntata di Tagadà. C’è anche il soggetto fragile, sono io. 

D’accordo con i medici che mi seguono, continuo la mia terapia abituale che dovrebbe aiutarmi anche contro il Covid. Non basta, sto male. Alziamo il dosaggio. Spio i rumori di mia figlia dentro casa, mi manca”. La giornalista spiega senza filtri la sua sofferenza, dicendo che, nel suo ultimo discorso di fine anno, le è sembrato che il Presidente della Repubblica Mattarella si rivolgesse proprio a lei: “Quasi subito arriva il maledetto Covid. Parla Mattarella di questa infinita giornata buia, dei medici, della disperazione, delle bare. 

Comincio a piangere. Piango di paura, di sofferenza fisica, di solitudine. La solitudine può essere una buona compagna di viaggio […]. Conosco la solitudine del cuore e della pelle e lo considero un buon affare, prezzo congruo. Ma la solitudine della malattia è un’altra storia. Sento il sangue che pompa sotto la pelle e la pelle brucia, mi fa male tutto dai reni alle dita delle mani. La gola è piena di spilli, sullo sterno mi hanno piazzato una pietra, la testa è una trottola che gira e pesa. Ho paura”.

Tiziana Panella confida poi che, sola, in isolamento, ricordava di quando in trasmissione parlava delle bare di Bergamo e sa di essere stata fortunata perché vaccinata: “Guardo la mia camera accogliente e so che se non fossi vaccinata sarei in terapia intensiva. Sento la solitudine di chi ha lottato in altre stanze, magari voleva urlare mentre non aveva aria per respirare. È disperante, per chi è nella stanza, per chi è oltre il vetro.

Sono morti così, da soli, in tanti, troppi. Le ho raccontate in trasmissione le bare di Bergamo e non trovavo le parole. Adesso quelle storie, quelle vite, quelle solitudini mi feriscono senza rimedio. Mi era già successo in passato di sentirmi vicina, vicinissima, al burrone – conclude -. Guardare giù è terrorizzante, ma il burrone sa blandire. Promette pace, è un imbroglio. Sarà per un’altra volta. Felice anno nuovo, abbiate cura di voi”.

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