“Mio marito non è morto di Covid”. Frederic The Undertaker Sinistra è deceduto a 41 anni dopo aver abbandonato l’ospedale nonostante le difficoltà respiratorie molto gravi che gli erano state diagnosticate. La notizia della scomparsa dell’ex campione belga di kick boxing ha destato molto scalpore ecco perché sua moglie, Célia, pubblicando un post sul profilo instagram del marito, ha voluto chiarire che il contagio e gli effetti devastanti del virus non hanno avuto alcuna correlazione con le sofferenze letali.
E l’arresto cardiaco che ha stroncato la vita del lottatore sarebbe la conseguenze di altre patologie. “Ne faccio un punto d’onore – ha scritto la donna -. Lotterò affinché la verità sia ristabilita e il suo nome ripulito da tutte queste calunnie”. Tutto il resto sono fake news. Quali bugie? Quelle che – aggiunge la donna nel suo sfogo – hanno iniziato a circolare per colpa “della stampa scandalistica e di false informazioni diffuse sui social network dalla sua famiglia.
Cose dette approfittando del mio silenzio e del dolore che sto provando”. Tocca a lei, alla vedova, ristabilire la verità e lo farà al momento opportuno. Chiede pazienza così da fornire una spiegazione più dettagliata su cosa è accaduto e dare risposte certe, chiare, esaustive sul consorte che definisce una bella persona e un ottimo padre (per il figlioletto, Diego). Questo perché Fred Sinistra “non avrebbe mai accettato che quello che gli è successo fosse usato per diffondere paura e rivendicare la vaccinazione”.
Negazionista convinto, Sinistra aveva deciso di curarsi a casa nonostante fosse ricoverato nel reparto di terapia intensiva del CHU di Liegi. Era risultato positivo al coronavirus a fine novembre ma ha sempre rifiutato l’idea che l’aggravamento delle condizioni di salute fosse provocato dal coronavirus a cui non ha mai creduto. Anzi, in un post pubblicato sulla sua pagina Facebook aveva fatto riferimento generico al “mucchio di malattie che ha iniziato ad attaccare i miei polmoni”.
Una situazione alla quale aveva reagito con la forza del carattere. “Un guerriero non abdica mai! Tornerò ancora più forte. Grazie già a tutti per il vostro sostegno”. In ospedale il “becchino” ci era andato per una sorta di minaccia. Era stato il suo ultimo allenatore – l’uomo di cui parlò come “zio amorevole” – a non lasciargli scelta.
Quando si accorse che Sinistra iniziava a star male, lo obbligò facendogli un discorso molto chiaro, mettendolo spalle al muro: “Gli ho detto che se non fosse andato in ospedale, non lo avrei più allenato”, ha spiegato Carolo Yigin Osman. Tanta premura, però, non è bastata.