Strage in discoteca, urla e lacrime davanti all’obitorio: «La nostra vita è finita»

di redazione

Strage in discoteca, urla e lacrime davanti all’obitorio: «La nostra vita è finita»

| sabato 08 Dicembre 2018 - 16:52

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Strage in discoteca, urla e lacrime davanti all’obitorio: «La nostra vita è finita»

«La mia vita è finita», piange Giuseppe Orlandi, padre di Mattia Orlandi, 15 anni, di Frontone, uno dei 6 morti nella calca della discoteca di Corinado, all’uscita dell’obitorio dell’azienda Ospedali Riuniti di Ancona. «Solo in Italia succedono queste cose, se è vero che quella è una discoteca che al massimo contiene 300 persone.  Mattia era andato con la navetta, era la seconda volta che ci andava. Mio figlio non me lo ridarà nessuno».

Con lui ci sono altri parenti e la moglie, dopo il riconoscimento della salma sono saliti subito in auto per lasciare Torrette.

Una mamma riesce a stento a tenersi in piedi, e urla in lacrime :«Era mia figlia, aveva solo 14 anni, vi rendete conto…».  Tutti sono rimasti schiacciati o soffocati nella calca che si è formata probabilmente dopo che qualcuno ha spruzzato spray urticante.

Alla donna, sorretta da una parente, i sanitari presenti mettono una pesante coperta sulle spalle per coprirsi.

Molti parenti delle giovani vittime, arrivati all’obitorio, parlano in lacrime al telefono, altri siedono fuori della struttura impietriti dal dolore in una situazione quasi irreale.

Alcuni genitori delle vittime attendevano i figli fuori dalla discoteca, attrezzati anche con coperte in auto per riportarli a casa alla fine del concerto. Per loro sono stati attivati servizi di assistenza psicologica.

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