La lunga notte di Colonna, poco più di 4mila abitanti alle porte di Roma, il comune più piccolo dei Castelli e anche quello più vicino all’epicentro della scossa delle 22.43 di domenica: da quell’ora nessuno è tornato in casa. «Danni concreti non si sono registrati, stiamo valutando casi di cornicioni danneggiati, qualche casa dovrà essere sgomberata ma a titolo precauzionale. Stiamo allestendo anche il palazzetto dello sport per eventuali persone che ritengano di non rientrare in casa o siano costrette a non dormire in casa, considerato che qualche palazzina presenta dei problemi». Lo ha detto all’Adnkronos Fausto Giuliani, sindaco di Colonna, tra la gente subito dopo il terremoto.
«Si potrà vedere meglio poi, i tecnici sono al lavoro per verificare le situazioni a rischio. Gli uomini della protezione civile – conclude il sindaco – stanno valutando caso per caso. Sarà una lunga notte, noi siamo pronti».
Aglio uomini della Protezione civile una bambina ha detto: «Io a casa non ci torno».
«Al palazzetto dello Sport di Colonna abbiamo 60 posti, brandine che siamo pronti ad aprire in caso di necessità» spiega all’Adnkronos un tecnico della Protezione Civile. Poche le persone che già si sono ritrovate nella struttura, anche questa sottoposta alle verifiche dei tecnici.
«Stavamo guardando la televisione quando ho sentito il boato – racconta Samantha – era come se fossimo in una centrifuga, un martello pneumatico. E durata tanto, mia figlia è caduta dalla sedia con le rotelle, il gatto sul davanzale a momenti cadeva di sotto. Ci siamo guardate e abbiamo detto: è il terremoto. Ho chiuso tapparelle e gas, preso cane, gatto e criceto e siamo scappati». «Ero al computer – aggiunge la figlia 14enne – la libreria quasi mi è venuta addosso. La sera, dalle 19 alle 21.45 la luce è andata via tre volte, anche nella chiesa di Colonna funzionava a intermittenza, mi hanno detto le amiche che erano lì fuori».
«Stavo preparando la pasta fredda per mio figlio che domani va a lavoro, quando c’è stato il terremoto mio nipote stava dipingendo e ha detto zia scappiamo, scappiamo, aveva paura e chiedeva del suo pupazzo che siamo corsi a recuperare. Temeva si fosse rotto». Così Katia, residente in una palazzina in pieno centro storico dove lei e altri parenti stanno aspettando di poter rientrare in casa. Il piccolo Nicolas, 3 anni, gioca con la macchina della Protezione Civile parcheggiata in strada e intanto chiede di rientrare in casa, ancora in piedi nella sua notte più lunga.
«Ho fatto come i portieri, mi sono tuffato al boato e mi sono fatto male alla mano, ma è una fasciatura, niente di importante». Lo ha detto, all’Adn Kronos, don Ireneo, parroco di Colonna, nella piazza del centro storico insieme ai residenti. «Ero in strada anche io per il caldo, il terremoto mi ha sorpreso e mi sono buttato a terra. Ora sto bene, aspettiamo tutti qui in piazza».
«Ero con mia figlia in strada, eravamo uscite a fare una passeggiata per il caldo. Erano le 22.43 quando il terremoto ci ha sorpreso. Avevo già sentito la scossa del Gallicano, a gennaio, ma forte come questa mai. Mia figlia era vicino a me, l’ho abbracciata forte e ho pregato finisse presto». Lo ha detto all’Adnkronos Daniela, residente a Colonna.
«Qui lo abbiamo sentito forte. La gente che era nel locale si è spaventata. Ci hanno fatto uscire tutti, lasciare le case, così ci siamo ritrovati qui, in attesa che la protezione civile finisca le verifiche di agibilità e ci permetta di rientrare». Così, all’Adnkronos, Andrea, titolare del ristorante Pause a Colonna, provincia di Roma epicentro del terremoto che ha scosso la Capitale nella tarda serata. «Nel centro storico, a un chilometro da qui, si sono verificati più problemi ma nulla al momento sembra sia crollato». Con lui altri residenti della zona, amici e parenti in attesa di poter rientrare in casa.
MONTE COMPATRI
Controlli in corso nella casa parrocchiale della parrocchia di Santa Maria Assunta, a Monte Compatri (Roma), dopo la scossa di terremoto registrata nella tarda serata di ieri. A quanto apprende l’Adnkronos, in via precauzionale, non è escluso che venga dichiarata l’inagibilità di parte della casa parrocchiale per consentire successivi e più approfonditi accertamenti.
SAN CESAREO
«Abbiamo attivato al campo sportivo una zona di accoglienza dei cittadini. Molti sono nel panico e quindi abbiamo attivato un punto di accoglienza» per chi ha paura di rientrare a casa. Lo afferma all’Adnkronos il sindaco di San Cesareo Alessandra Sabelli sulla scossa di terremoto registrata in serata a pochi chilometri dal paese dei Castelli Romani. «I cittadini hanno avuto molta paura perché la scossa è stata forte», conclude.
GUIDONIA
Verifiche in corso anche a Guidonia Montecelio (Roma) dopo la forte scossa avvertita vicino Roma. Come scrive in un post su Fb il sindaco di Guidonia Montecelio, Michel Barbet, «poco prima delle 22.45 del 23 giugno, la popolazione dell’hinterland romano ha avvertito una forte scossa di terremoto: secondo i primi dati dell’Ingv si è trattato di un sisma di magnitudo 3.7 con epicentro nel Comune di Colonna». «In questo momento il sindaco sta monitorando la situazione e ci sono squadre della Protezione Civile e della Croce Rossa che si sono immediatamente attivate e stanno perlustrando i vari quartieri di Guidonia Montecelio per verificare lo stato dei luoghi e dare riscontro alle segnalazioni pervenute dai cittadini – conclude – Al momento non si registrano danni a cose o persone». GALLICANO
«Abbiamo fatto un sopralluogo insieme all’assessore ai Lavori pubblici ma non ci sono danni evidenti. Le scuole sono ok, il campanile, che è l’edificio più alto del paese, è a posto, e così la chiesa». Lo riferisce all’Ansa Pietro Colagrossi, sindaco di Gallicano nel Lazio, Comune a pochi chilometri dall’epicentro. «Molta paura, ma non sono caduti neanche i calcinacci – aggiunge – La gente è scesa in strada, perché il terremoto si è sentito benissimo. Il paese si trova su una massa tufacea, quindi si è sentito molto bene. Oggi la scuola materna sarà aperta, la abbiamo appena controllata».