L’Italia si avvia verso la terza dose per i vaccini anti Covid. Lo ha anticipato ieri il ministro della Salute Roberto Speranza, chiarendo che si partirà dalle categorie più fragili, a partire da chi ha problemi oncologici e chi subito un trapianto di organi. Poi si terrà conto del criterio anagrafico, con gli ultra ottantenni e gli ospiti delle residenze sanitarie assistite (Rsa). A seguire tutti chi lavora nel mondo degli ospedali, medici, infermieri e altre categorie.
Ma a cosa serve la terza dose? Per riattivare e innalzare le difese immunitarie, dopo diversi mesi dalla prima e seconda iniezione. Per fugare ogni dubbio, però, si attende il parere dell’Agenzia europea del farmaco (Ema). Dovrebbe arrivare entro la fine del mese. Ma vediamo ora il calendario-cronoprogramma dei richiami. Da settembre/ottobre si partirà con la terza dose per i pazienti oncologici, gli immunodepressi, chi ha subito trapianti di organi, chi è in dialisi. Si calcola che le persone interessate siano circa mezzo milione.
Alla fine dell’anno, fino a gennaio, si passerà alla copertura dei pazienti fragili (anziani ultra 80enni, ospiti Rsa). Una grossa fetta della popolazione, stimata in circa 4 milioni e mezzo di persone. A inizio anno, fino a febbraio, toccherà al mondo della sanità: medici, infermieri, tecnici e chi grava intorno al mondo degli ospedali riceverà la terza dose. La stima, in questo caso, parla di circa due milioni di persone. In tutto siamo a sette milioni di persone. Cammin facendo si valuterà se estendere, o meno, anche ad altre categorie, tenendo conto del fattore anagrafico (e per malattie) a partire dai più anziani ai più giovani.
Operazione che comporterà un notevole sforzo per la macchina organizzativa guidata dal generale Figliuolo, commissario straordinario all’emergenza generale. “In questi giorni si parla di terza dose – ha detto Figluolo in visita all’hub vaccinale Amazon a Passo Corese (Rieti) -. Ieri il ministro Speranza ha dato delle indicazioni e ci siamo sentiti questa mattina. Si partirà già a settembre con gli immunocompromessi ovvero quelle persone che hanno un bisogno di un aiuto per la risposta del sistema immunitario sarà un richiamo, una dose booster.
La platea calcolata è di circa 3 milioni. Per le categorie e i codici di esenzione – aggiunge – si sta esprimendo il Cts dell’Aifa e poi partiremo. Stiamo affinando la macchina organizzativa”. Ultima (ma importante) annotazione: il richiamo verrà somministrato, a tutti, utilizzando i vaccini Pfizer o Moderna, entrambi a mRNA: utilizzano molecole di acido ribonucleico messaggero (mRNA) che contengono le istruzioni affinché le cellule della persona vaccinata sintetizzino le proteine Spike.
Le proteine prodotte vanno a stimolare il sistema immunitario per la produzione di anticorpi specifici. Non viene introdotto nelle cellule delle persone il virus vero e proprio (fake news che gira in Rete) ma soltanto l’informazione genetica indispensabile alla cellula per costruire “copie” della proteina Spike. Quando la persona vaccinata entrerà in contatto con il SARS-CoV-2 il suo sistema immunitario sarà in grado di riconoscere il virus e lo combatterà.