I crampi alle gambe sono un disturbo molto comune, generalmente scorporato da qualsivoglia condizione patologica. Questi spasmi violenti, involontari e dolorosi, che interessano perlopiù la muscolatura scheletrica del polpaccio, ed occasionalmente quella della pianta dei piedi o delle cosce, sono spesso un semplice segnale di eccessiva disidratazione o affaticamento fisico.
Non a caso, i crampi alle gambe interessano molti degli sportivi impegnati in competizioni estenuanti, come i calciatori durante i tempi supplementari dei campionati estivi. Crampi, che possono però presentarsi anche durante il sonno, svegliando il soggetto in preda a dolori dilanianti. Queste tipologie di crampi sono più comuni nell’età anziana, durante il terzo trimestre di gravidanza (vedi l’approfondimento crampi in gravidanza) e, a quanto pare, tra le persone con piedi piatti.
Normalità o Patologia?
Quando si accompagnano a sintomi specifici o si presentano in situazioni particolari, i crampi alle gambe possono essere spia di un problema ben più serio di un semplice affaticamento. Ad esempio, quando insorgono mentre si cammina o si salgono le scale, potrebbe trattarsi della cosiddetta Claudicatio intermittens. Si tratta di una malattia arteriosa periferica che – a causa della presenza di una o più placche ateromasiche, lentamente sviluppatesi nei vasi che trasportano il sangue, ricco di ossigeno e nutrienti, agli arti inferiori – costringe il paziente ad interrompere la camminata per il sopraggiungere di violenti crampi alle gambe. Questi, tuttavia, regrediscono immediatamente con il riposo.
I crampi alle gambe sono caratteristici anche della trombosi venosa, una malattia in cui – a causa della cattiva circolazione – si vengono a formare dei coaguli di sangue nei distretti venosi profondi degli arti inferiori. L’ostruzione provocata da questi trombi si accompagna ad un senso di debolezza, gonfiore, arrossamento e sensazione di calore diffuso alla gamba. Purtroppo si tratta di una vera e propria emergenza medica; come succede nella maggioranza dei casi, il coagulo può infatti sciogliersi senza causare grossi problemi, ma può anche aumentare di dimensioni o peggio ancora rompersi. Se non si sciolgono in tempo, i piccoli frammenti generatisi dalla rottura, chiamati emboli, vengono trasportati dal sangue fino al cuore, che li spinge poi nelle arterie dei polmoni provocando la cosiddetta embolia polmonare, una malattia potenzialmente fatale.
Crampi alle gambe notturni possono manifestarsi anche in presenza di diabete, morbo di Parkinson, anemia, disfunzione tiroidea con ipotiroidismo, cirrosi, diarrea, uso di diuretici, squilibri elettrolitici, alcolismo, uso di contraccettivi orali o terapia ormonale sostitutiva (gli estrogeni aumentano la suscettibilità alla trombosi venosa profonda). Tra i farmaci chiamati in causa, oltre ai diuretici, ricordiamo nifedipina, cimetidina, salbutamolo, statine, terbutalina, litio, clofibrati, penicillamina, fenotiazina ed acido nicotinico o niacina.
Cosa fare
Rivolgersi al medico se i crampi si accompagnano a sintomi come malessere generale, tachicardia, difficoltà respiratorie, gonfiore delle gambe o delle caviglie, febbre, rossore o calore nell’area interessata; idem quando i crampi alle gambe compaiono troppo frequentemente o durante sforzi di modesta entità.