“Il piano per salvare il Natale”. Il titolo del retroscena di Repubblica è uguale a quelli di un anno fa ma è di oggi, 6 novembre 2021. La quarta ondata del Coronavirus è alle porte dell’Italia.
Il trend di contagi e ricoveri è in aumento ormai costante, le ospedalizzazioni per il momento sono sotto il livello di guardia ma l’indice Rt è nuovamente sopra la soglia psicologica dell’1, che mette a rischio la tracciabilità dell’infezione.
E con lo zoccolo duro di non vaccinati e una campagna di immunizzazione ferma al palo, eccetto il richiamo delle terze dosi per i segmenti della popolazione più fragili, l’ombra di quella che in Germania è già stata ribattezzata “la pandemia dei non vaccinati” si allunga minacciosa sulle festività di Natale.
Occhio ai colori, dunque, e ai dati da reparti ordinari e terapie intensive degli ospedali. Se i numeri continueranno a crescere, tornerà l’obbligo di mascherina all’aperto nelle regioni in giallo, blocco delle discoteche, restrizioni al chiuso per ristoranti e grandi eventi. E c’è sempre lo spauracchio dei lockdown nelle Regioni oltre la soglia critica del 30% delle terapie intensive e 40% dei reparti ordinari.
Per il momento, ma il condizionale è d’obbligo, il governo non vuole prendere in considerazione l’ipotesi di lockdown generalizzati, anche se tutte le regioni, per la prima volta da mesi, sono “a rischio moderato”. I vaccini sono “l’unica garanzia per un Natale senza particolari restrizioni”, si legge. Messa così, però, non c’è da stare molto tranquilli.
Il commissario straordinario Figliuolo e il ministro della Salute Roberto Speranza hanno già anticipato: il picco dell’emergenza arriverà tra dicembre e febbraio, e renderà necessaria l’estensione del “booster” a tutta la popolazione già immunizzata, nonché ai bambini tra i 5 e i 12 anni, finora esclusi dalle vaccinazioni.