Lutto : La sua scomparsa ha certamente scosso il mondo della letteratura italiana. Anche perché la sua attività è stata molto prolifica nel corso degli anni.
Aveva esordito nella narrativa nel 1975 con il libro di grande successo “Figlioli miei, marxisti immaginari” (Rizzoli), ambientato nella scuola degli anni di piombo e che suscitò vivaci polemiche. Ma oggi la cultura è in lutto per la grave perdita.
Il lutto nel mondo della cultura
La scrittrice e filosofa si è spenta nella sua casa di Roma. L’autrice di ‘La fontana di Bachcisaray’ con il quale vinse il Premio Hemingway Lignano Sabbiadoro nel 1996, era nata a Reggio Calabria il 23 settembre del 1925.
Insegnante di Storia e Filosofia nei licei per alcuni decenni e poi assistente del filosofo Guido De Ruggiero all’Università di Roma, ebbe successo come scrittrice di romanzi e saggi, tra i quali, il noto ‘Figlioli miei, marxisti immaginari’, sui ragazzi e il mondo della scuola negli anni del Sessantotto. Scrisse, sotto forma di diario, il resoconto della sua frustrante esperienza di docente negli anni della contestazione e della dirompente presenza della politica all’interno della scuola, aggiudicandosi il Premio Viareggio Saggistica Opera Prima e vendendo 130mila copie.
Un libro del 1975 che ottenne il plauso di Enrico Berlinguer, che la menzionò in un suo intervento alla Camera dei Deputati. E’ stata finalista al Premio Strega nel 1992 con il romanzo ‘1944’ e nella sua attività di traduttrice ha tradotto ‘La piccola Fadette’, romanzo della scrittrice francese George Sand.
Addio alla grande scrittrice
Nata a Reggio Calabria il 23 settembre 1925 come Vittoria Aliberti, era la vedova del giornalista e scrittore Alberto Rochey (1926-2010), ministro per dei Beni culturali nei governi Amato e Ciampi, e madre della bizantinista Silvia Ronchey.
A rendere noto la scomparsa, proprio la figlia, Silvia Ronchey. Vittoria Ronchey, quindi, è stata tra lo scorso secolo e il nuovo millennio, una delle figure più fulgide della cultura italiana, contribuendo alla crescita del patrimonio letterario del nostro Paese. Per questo, quindi, nonostante fosse molto anziana, la sua scomparsa ha certamente scosso il mondo della letteratura italiana. Anche perché la sua attività è stata molto prolifica nel corso degli anni.
Dedicandosi alla scrittura, Vittoria Ronchey ha sempre prediletto la narrativa, con diverse pubblicazioni che rimangono nella storia. Tra le altre sue opere: “Il volto di Iside” (Rizzoli, 1993); “La fontana di Bachcisaray” (Mondadori, 1995), con cui vinse il Premio Hemingway nel 1996: “Un’abitudine pericolosa” (Mondadori, 1997); “Dodici storie di fantasmi” (Longanesi, 1999).