Se fa troppo caldo e stare in ufficio è una sofferenza, da oggi ci si può anche rifiutare di andare a lavorare e rimanere a casa. Lo ha spiegato all’Adnkronos Pasquale Staropoli, esperto di Fondazione Studi Consulenti del lavoro: secondo quanto riportato dall’uomo, l’imprenditore è tenuto per legge a far operare i propri dipendenti in un clima idoneo.
E questo include anche il clima dell’ufficio. A stabilirlo è l’articolo 20187 del Codice Civile, che recita: “L’imprenditore è tenuto ad adottare nell’esercizio dell’impresa le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro”.
Se quindi il datore di lavoro non assicura all’impiegato una situazione che garantisca lo svolgimento delle sue mansioni, quest’ultimo è autorizzato a tutelarsi e chiedere un permesso per assentarsi. Il troppo caldo, infatti, può anche essere nocivo per la salute della persona, aspetto della vita assolutamente tutelato dal Codice Civile: l’articolo sopra menzionato, inoltre, è stato confermato dal Testo unico in materia di sicurezza sul lavoro che parla proprio espressamente di agenti fisici e microclima che possano influire negativamente sul lavoratore.
Non c’è scritto nel Testo unico quale debba essere la temperatura adatta per lavorare in ufficio, ma è precisato che deve essere adeguata all’organismo umano e al tipo di mansioni svolte e che, se così non fosse, è l’imprenditore che deve provvedere a prendere provvedimenti.
Pasquale Starapoli ha però aggiunto che la nostra legislazione, pur non determinando quale debba essere la temperatura con la quale si possa lavorare in ufficio, rimanda per il suo calcolo alla norma scientifica UNI-EN-ISO 7730, che individua una cifra tramite delle equazioni.
Sono informazioni utili da sapere per la tutela dei diritti dei lavoratori, soprattutto in questi giorni in cui il caldo in Italia sta sfiorando delle temperature incredibili.
L’imprenditore è tenuto ad assicurare ai propri dipendenti delle condizioni dignitose nelle quali operare e ad adeguare gli uffici in base alle temperature esterne. Se così non fosse, l’impiegato è libero – e ne ha il diritto a norma di legge – di chiedere un permesso e rimanere a casa, a tutela della propria salute.