Nella notte tra sabato e domenica stava rincasando dal Magika Disco Club, locale che si affaccia sulla Paullese, nel Comune di Bagnolo Cremasco. Petrisol Vasile Cioraba, 18 anni, romeno, aveva rifiutato il passaggio dagli amici: «Sono un po’ giù, vado a casa a piedi». Lasciato il locale, si era incamminato verso casa, a Palazzo Pignano.
Quattro chilometri in tutto, ma a casa non è mai arrivato. Intorno alle tre del mattino, un pirata della strada l’ha travolto e ucciso lungo via Martiri delle Foibe, la strada che porta alla zona industriale di Vaiano Cremasco. Una strada poco illuminata, a due chilometri dal Magika.
L’investitore è un ragazzo di vent’anni che, come Petrisol Vasile, aveva trascorso il sabato sera nella stessa discoteca. E che non si è fermato dopo averlo centrato e scaraventato nella scarpata. Lui stesso, 36 ore dopo, ha fatto ritrovare il corpo e si è costituito (è stato denunciato a piede libero per omicidio stradale). «Pensavo di aver sbattuto solo contro il guard-rail», avrebbe detto il ventenne interrogato lunedì pomeriggio nella caserma dei carabinieri di Pandino dal sostituto procuratore Ilaria Prette, che, prima, si era recata sul posto dell’incidente per comprenderne la dinamica.
Lunedì mattina il ventenne è tornato nel punto in cui aveva travolto Petrisol: ha parlato con i carabinieri dopo aver letto il disperato appello lanciato su Facebook da Magdalena, la mamma che sul social aveva anche pubblicato la fotografia del figlio. Chiedeva aiuto a chiunque lo avesse visto, spiegando che la sera prima Petrisol aveva deciso di rincasare a piedi dalla discoteca. La mamma lo aveva chiamato sul telefonino, trovandolo spento. Domenica il papà di Vasile aveva presentato la denuncia di scomparsa ai carabinieri ma, quando si tratta di un maggiorenne, le ricerche scattano dopo 48 ore. Troppe. Così tutta la comunità romena all’alba si era messa a cercare il ragazzo.
Gli amici avevano setacciato la zona, chi a piedi, chi in bicicletta, chi in auto. Inutilmente. Perché il corpo era nascosto nell’erba. Impossibile notarlo, giù nella scarpata. «Pensavo di aver urtato contro il guard rail», ha ripetuto il giovane pirata della strada. Ma sembra che la sua versione non regga. Chi ha analizzato le ammaccature sulla carrozzeria dell’auto, dice che «è impossibile che non se ne sia accorto». Petrisol Vasile sarebbe stato schiacciato con la fiancata della Punto contro il guard-rail: il suo corpo sarebbe stato caricato sul parabrezza, sfondandolo, per poi finire nella scarpata.
La mamma della giovane vittima si è sentita male quando è arrivata in via Martiri delle Foibe. E, dopo di lei, ha accusato un malore la fidanzatina del giovane: stavano insieme da qualche giorno. «Perché non si è fermato? Perché non ha chiamato i soccorsi? Devono arrestarlo. Magari Vasile si sarebbe potuto salvare. Questa strada va illuminata, il Comune deve mettere una pista ciclabile», dicevano ieri i suoi amici corsi in via Martiri delle Foibe. Ragazzini in lacrime: quelli cresciuti con Petrosil in paese e quelli conosciuti alle scuole medie Berinzaghi, di Pandino, frequentate anche dagli studenti che vivono a Palazzo Pignano. Come Vasile, che dopo gli studi, si era messo a fare qualche lavoro saltuario.