Tutta casa, chiesa e scuola, poi il massacro nel garage: la doppia vita di Chiara

di redazione

Tutta casa, chiesa e scuola, poi il massacro nel garage: la doppia vita di Chiara

| mercoledì 23 Gennaio 2019 - 10:56

Condividi su:

Facebook Twitter
Tutta casa, chiesa e scuola, poi il massacro nel garage: la doppia vita di Chiara

Venerdì, mezza giornata dopo l’omicidio, Chiara Alessandri si è alzata nella villetta di via San Rocco allo stesso orario di sempre. E come sempre si è messa davanti allo specchio del bagno. Qualcuno dalla strada l’ha notata intenta a truccarsi. Ha fatto colazione e ha accompagnato i suoi figli a scuola. Il più grande va in prima media, il secondo ha 7 anni, l’ultima 6.

L’assassina di Stefania Crotti è una mamma di paese che dava una mano in chiesa e faceva la rappresentante dei genitori a scuola. Un po’ criticata per via di quel carattere di «una che vuole sempre essere al centro dell’attenzione», la descrive un conoscente, ma che nessuno avrebbe mai immaginato capace di tanto.

Per le strade di Gorlago da sabato è calato un silenzio di tomba. Dietro le porte, però, non si parla d’altro, ognuno a sviscerare il piano diabolico che, per gli inquirenti, Alessandri covava da settimane. Oggi dovrà ripeterlo al gip di Brescia Tiziana Gueli. In gran parte lo ha già ricostruito in fase di fermo dopo che i carabinieri l’hanno prelevata dalla casa della madre alle 6 del mattino, con lividi e graffi sulle braccia e al volto.

I segni dell’ultimo, disperato tentativo da parte della vittima di scampare alla morte. Sì, ha persuaso l’amico Angelo a convincere Stefania a farsi bendare e trascinare a una fantomatica festa organizzata dal marito. E sì, l’ha uccisa. Ma lo avrebbe fatto al culmine di una lite e non avrebbe bruciato il cadavere. L’avvocato Gianfranco Ceci, che l’assiste, intende chiedere una perizia psichiatrica:

«La mia assistita veniva da un periodo molto difficile — spiega —. Era provata psicologicamente dalla separazione dall’ex compagno e dai problemi dell’ultima figlia». Che la vita di Alessandri fosse segnata dalle vicissitudini era risaputo. Originaria di Rho, era arrivata a Gorlago bambina. Ha perso il padre ancora piccina, l’unico fratello è morto di overdose. Le resta la mamma, anziana e con problemi di salute. Sabato pomeriggio vagava sola per le strade del paese. Poco dopo si è sentita male e da allora è in ospedale.

Dal compagno Giuseppe Cantamesse, di Trescore Balneario, invece, Alessandri si era allontanata circa un anno fa. Avevano stabilito di alternarsi nella villetta di San Rocco. Cantamesse non può guidare per via di un grave incidente sul lavoro. È il fratello Pietro che gli dà una mano e che ora si sta occupando dei bambini insieme alla nonna. I rapporti tra la coppia erano rimasti tesi, dal garage dell’omicidio i vicini sentivano spesso le urla delle loro discussioni forse, negli ultimi tempi, scatenate dalle relazioni di lei. Del Bello era stato più di una volta in via San Rocco. Dopo di lui, altri.

Venerdì, il giorno dopo l’omicidio, Alessandri ha condotto la vita di sempre. Ha portato i bambini a scuola, è andata a riprenderli e alle 16 si è fermata al distributore Eni dove la conoscono di vista. Ha chiesto che le pulissero l’auto, una Mercedes Classe B. Imaram, uno dei ragazzi pachistani addetti al lavaggio, si è occupato degli interni. Anche del bagagliaio, dove aveva caricato il corpo di Stefania. Non c’erano tracce di sangue evidenti, solo tanto sporco. Lei, nell’attesa, chattava con il telefonino. Ha dato una controllata alla fine, ha pagato i 15 euro ed è tornata a casa.

HOW TO DO FOR
©How To Do For - Tutti i diritti riservati