Ad ascoltarla oggi è scioccante la testimonianza di Ivan Cattaneo, ma fondamentale per rendersi conto di quanti passi in avanti sono stati fatti. Il cantante, icona pop degli anni ’80, ha ripercorso in TV il suo doloroso passato, segnato dalla sofferenza e dai soprusi vissuti perché omosessuale.
“Alla fine degli anni ’50 non c’erano dei modelli” ha raccontato Cattaneo, spiegando quanto accaduto dopo il suo coming out: “Ho detto a mia madre che volevo diventare donna e mi ha portato dal medico. Da lì mi hanno portato in manicomio”. Ricorda ancora tutto:
“La dottoressa mi chiese perché volevo diventare donna e non stilista o parrucchiera. Era avanti. Continuavano a darmi psicofarmaci e altre cose. Una volta mi hanno portato in una sala con gli elettrodi e mi hanno fatto male. Non so cosa fosse ma era terribile”.
Quella del manicomio fu un’esperienza “allucinante”. Così l’ha definita l’artista, per cui è impossibile dimenticare tanta sofferenza: “Il ricordo più brutto del manicomio erano gli odori. Gli odori di sudore, di urina”. Nonostante tutto, però, non ha mai colpevolizzato sua madre:
“Era una donna di paese, non posso avercela con lei. Mi ha affidato al medico della mutua, non sapeva dove mi avrebbero portato. Erano tematiche di cui non si parlava”. Ivan Cattaneo ha parlato anche della prima volta in cui ha iniziato a capire di essere gay:
“A 13 anni mi ero innamorato di un ragazzo, ma all’epoca avevo letto sui giornali che questi omosessuali, definiti ‘mostri’, per innamorarsi e curare la loro imperfezione dovevano diventare donne. La prima volta che ho scoperto di avere dei desideri diversi – ha concluso – pensavo di essere l’unico al mondo”.