Nessuna Regione cambierà colore in Italia. Almeno stando alle ultime indiscrezioni: al Ministero della Salute non si starebbero preparando delle ordinanze per il passaggio dalla zona bianca a quella gialla. Neanche per la Sicilia, che fine a qualche ora fa sembrava destinata a dover fare di nuovo i conti con regole più stringenti. Ma l’ultima parola spetta comunque alla Cabina di Regia.
La Sicilia potrebbe evitare la zona gialla da lunedì 23 agosto. È questione di decimali secondo i numeri dell’Agenas, l’agenzia ministeriale che vigila sui sistemi sanitari regionali. I dati di martedì, il giorno che verrà preso in esame domani dalla Cabina di regia, indicavano un tasso di occupazione delle terapie intensive del 10,2%, quindi due decimali al di sopra della soglia massima consentita.
Ma da quanto si apprende questo tasso non teneva conto dei nuovi posti letto per i pazienti più gravi, aperti negli ultimi giorni dalla sanità della Regione. Con un numero maggiore di posti, la percentuale sarebbe quindi intorno alla soglia del 10%. Ed è proprio il dato sulle terapie intensive che potrebbe salvare la Sicilia. Gli altri due criteri sono invece ben oltre la soglia: le ospedalizzazioni al 17% (con 15% di limite) e un’incidenza di 147 positivi ogni centomila abitanti, quasi tre volte superiore al limite di 50 su 100 mila.
La Regione resta sotto osservazione e il passaggio potrebbe essere solo posticipato. Perché in realtà se i contagi continuano a correre con i ritmi attuali, potrebbe ritrovarsi addirittura in fascia arancione tra poche settimane. L’isola è fanalino di coda per la somministrazione del vaccino anti-covid in Italia. Al momento sono circa 5 milioni e mezzo le dosi somministrate, a fronte di poco più di 6,1 milioni consegnate: con una percentuale dell’89,5% è al quintultimo posto. I nuovi casi positivi sono circa un migliaio al giorno, con un’incidenza che rimane molto alta. Continuano ovviamente a preoccupare i dati sui ricoveri in ospedale e soprattutto sulle terapie intensive: il 90% delle persone ricoverate non si era vaccinato.
Le altre due Regioni più a rischio sono la Sardegna e la Calabria: nella prima i dati sono stabili. Mentre nella seconda le soglie di ricoveri e terapie intensive non sono ancora arrivate alle soglie critiche. Quindi, se l’indiscrezione dovesse essere confermata, per un’altra settimana l’Italia rimarrà bianca. Si attende quindi la decisione della Cabina di regia, che dovrà analizzare i numeri nel dettaglio. Ma cosa cambierebbe nel caso in cui dovesse avvenire invece il passaggio in zona gialla della Sicilia? Le regole impongono mascherine obbligatorie anche all’aperto, non solo nei luoghi al chiuso, e un limite di quattro commensali al tavolo del ristorante, con deroga per i conviventi: limitazioni meno stringenti rispetto ai mesi scorsi.
Infatti, con il nuovo profilo di rischio giallo, le misure prevedono che ci si possa comunque spostare tra le regioni, anche senza il Green pass, e raggiungere le seconde case fuori Regione, indipendentemente dal colore del territorio di provenienza e di quello di arrivo. Il coprifuoco è stato eliminato lo scorso 21 giugno. Teatri, cinema, concerti, musei e terme restano accessibili, ma vigono le stesse regole della zona bianca, quindi sempre presentando il Green pass. I ristoranti restano aperti sia all’interno (con certificazione verde) che all’aperto (senza). Con il ritorno a scuola a settembre, la presenza in classe è al momento garantita al 100%, a patto che non si verifichino focolai o la necessità di quarantene.