Vaccino Moderna, la notizia improvvisa: l’annuncio del capo della ricerca

di admin

Vaccino Moderna, la notizia improvvisa: l’annuncio del capo della ricerca

| venerdì 07 Gennaio 2022 - 11:24

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Vaccino Moderna, la notizia improvvisa: l’annuncio del capo della ricerca

Per il capo della ricerca malattie infettive della società Usa “sarà possibile tra 1-2 anni”. Covid, Carfi (Moderna): “Un vaccino unico per influenza e coronavirus”. “Il nostro obiettivo è mettere a punto un unico vaccino contro influenza e coronavirus. Ci sono però i test da completare, le autorizzazioni da ottenere. Metterei in preventivo uno o due anni”. Così Andrea Carfi, a capo della ricerca sulle malattie infettive di Moderna, coordinatore degli scienziati che hanno messo a punto il vaccino contro il Covid.

“L’efficacia contro il coronavirus è incoraggiante – dice a Repubblica – Abbiamo un ventaglio di malattie da affrontare, dall’Hiv al virus respiratorio sinciziale che mette in pericolo i neonati. A breve partiranno i test clinici per il vaccino contro l’influenza. L’Rna permette di aggiornarlo rapidamente ai nuovi ceppi e di aumentare l’efficacia rispetto all’attuale.

Carfi ricorda poi che “abbiamo completato gli studi del vaccino sugli adolescenti e sui bambini. Procedendo a ritroso con l’età, arriveremo fino ai sei mesi”. Annuncia inoltre che “abbiamo una versione aggiornata per la variante”. “La quantità di anticorpi dopo la vaccinazione scende col passare dei mesi – spiega Carfi a proposito dei richiami per il vaccino – Al momento una terza somministrazione, ma con un dosaggio ridotto rispetto alle prime due.

Da 100 microgrammi possiamo passare a 50 o 20. Quanto alle varianti – precisa – la tecnologia dell’Rna consente di aggiornare il vaccino in tempi rapidi. Bastano 40 giorni, al netto delle prove cliniche. Al momento stiamo testando una nuova versione contro la variante individuata, quella che fa perdere più efficacia al vaccino attuale. I nostri test consistono nel prendere del sangue dai vaccinati e metterlo a contatto con i nuovi ceppi del virus. Gli anticorpi nel sangue possono legarsi più o meno bene al coronavirus, quindi essere più o meno efficaci nel bloccarlo. Se vediamo che la perdita di efficacia è importante, come nel caso della sudafricana, possiamo decidere di intraprendere l’operazione di aggiornamento”.

La risposta immunitaria degli adolescenti è buona, come negli adulti. Per loro abbiamo usato lo stesso dosaggio, 100 microgrammi. Per l’età pediatrica invece testeremo dosaggi anche più bassi. Sui bambini si va avanti con cautela, scendendo pian piano di età, fino ai sei mesi. I più piccoli hanno un tipo di risposta immunitaria diversa”.

Quanto ai tempi necessari fra le somministrazioni, Carfi afferma che “le valutazioni spettano alle agenzie sanitarie nazionali. Noi dai dati delle vaccinazioni sul campo vediamo che l’efficacia inizia due settimane dopo la dose, altre sono importanti per avere delle risposte immunitarie più forti, e quindi una protezione migliore e più lunga. Con alcune varianti poi la protezione dopo le due iniezioni potrebbe non essere sufficiente. Più le persone sono fragili e a rischio, e più sono in circolazione nuovi ceppi, più diventa importante avere altre dosi”.

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