Gomorra, la serie tv, ma anche Scarface e i cantanti neomelodici. Tatuaggi con donne a volto coperto che puntano la pistola, foto di giovani armati fino ai denti. «Folle è colui che non ha mai smesso di lottare.
Nonostante i problemi, i momenti bui e le delusioni della vita, perché alla resa ha preferito la battaglia». Così sulla pagina Facebook di Paolo Pirino, il 21enne fermato da polizia e carabinieri per l’omicidio di Luca Sacchi. Armi da guerra, volti coperti da cappucci e bandane, frasi ad effetto. Tatuaggi ovunque, quasi tutti con temi violenti, come quelli di Valerio Del Grosso. (Continua…..)
«Un ragazzo per bene – continuano a ripetere i residenti del suo stesso quartiere – con un lavoro in pasticceria. Non riusciamo a crederci». «È un ragazzo solare, perbene. Non sappiamo darci una spiegazione». Ribadisce anche la moglie del proprietario della pasticceria di Casal Monastero dove lavorava Valerio Del Grosso, ritenuto dagli investigatori la persona che ha materialmente sparato a Luca.
«Ieri mattina è venuto regolarmente a lavoro – ha aggiunto – poi verso ora di pranzo (all’incirca quando è diventata pubblica la notizia della morte di Luca, ndr) ci ha detto: “Mi sento male, vado a casa”. Stamattina è invece venuto il padre e ha detto che non sarebbe venuto, spiegando a mio marito cosa era successo». (Continua…..)
Anche altri residenti del quartiere sono frastornati e sconvolti: «È una famiglia squisita – dice una vicina di casa – ci conosciamo da una vita. I nostri figli giocavano insieme quando erano piccoli. Sono sconvolta. Valerio abitava qui con i genitori, la sorella, la compagna e il suo bimbo splendido che è nato 5/6 mesi fa». Considerati però già piccoli boss dalla pistola facile, catturati da chi indaga dopo la denuncia della madre di quest’ultimo che si è presentata giovedì notte negli uffici del commissariato San Basilio. Facce da duri, jeans e giubbotti di pelle.
Uno con precedenti per spaccio, il secondo per percosse. Ne hanno scovato uno in un hotel-residence di Tor Cervara e l’altro in una casa di proprietà della sua famiglia a Torpignattara, dove si era nascosto in terrazzo. Entrambi sono nati e cresciuti a Casal Monastero, piccolo quartiere proprio di fronte a San Basilio. Case popolari accanto alla Centrale del Latte della Capitale. Probabilmente, ma saranno le indagini a stabilirlo, contatti diretti con le bande di spacciatori che si spartiscono il rione storico del commercio di cocaina insieme con Tor Bella Monaca. Giravano in Smart con un revolver pronto all’uso, preparati ad affrontare trasferte dall’altra parte di Roma, come quella di mercoledì notte all’Appio Latino. Per vendere stupefacenti, per chi sta svolgendo le indagini, ma forse anche per regolare conti in sospeso. Disposti a sparare al minimo accenno di reazione.