Vasco Rossi ha chiuso da poco un tour trionfale che lo ha portato in cinque città italiane: Rimini, Bologna, Roma, Palermo e Salerno. Il “Vasco Live” ha registrato 11 date sold out riunendo 450mila persone.
Il rocker si gode adesso il meritato riposo nella sua Zocca tra passeggiate in bici, camminate tra i boschi e giocate a carte con gli amici di una vita. L’unico problema è la mancanza di privacy e l’assedio dei fan che a 71 anni cominciano a pesargli. E’ lui stesso a lamentarsene in un’intervista rilasciata a “La Stampa”. “Sono disponibile, non a disposizione – dice – Mi fa piacere far piacere a chi viene qui, ma non è che qualcuno, per il fatto che viene dalla Sicilia o da un altro posto lontano, possa pretendere un autografo”.
Lo sfogo del rocker: “Ho bisogno della mia normalità”
Vasco Rossi incontra gli ammiratori due volte al giorno ma poi vorrebbe vivere in tranquillità. A nulla valgono spesso i cartelli e le regole esposte all’inizio della strada dove è ubicata la sua abitazione. “Ho bisogno della mia normalità – sentenzia – Tengo sempre distinta la mia vita normale da quella di rockstar (…) Vengo qui a riposarmi, vado a camminare, vado a trovare mia madre. Mi piace la mia Zocca”. A Verucchia il vicino di casa Memo punta il dito contro le nuove generazioni che a suo dire sarebbero meno rispettose della privacy rispetto alle vecchie: “Vengono qui e si comportano in maniera irriguardosa. Dovrebbero darsi una regolata”.
Vasco Rossi ha parlato dei genitori in un’intervista rilasciata al “Corriere della Sera” prima dell’inizio del suo tour. Il padre Carlino faceva il camionista ed è scomparso nel 1979 a 56 anni: “Mi spiace che lui non abbia visto nulla della mia carriera, credo sarebbe stato orgoglioso. L’avrebbe vissuta come un riscatto. Doveva volermi bene perché all’inizio non stavo combinando un ca*zo con un lavoro, il disc jockey, che lui manco capiva cosa fosse”. Mamma Novella era casalinga e fu lei a iscriverlo a una scuola di musica. “I fan hanno iniziato ad andare a casa sua, lei li faceva entrare e mi diceva ‘tranquillo, ti vogliono bene’. E io ‘mamma, tu mi vuoi bene; loro me ne vogliono fino a che gli piace il disco’ – ha raccontato il rocker al “Corsera” – Per fortuna si è presentata solo gente sana e non è successo nulla, ma ad un certo punto dovetti far montare un cancello davanti a casa sua”.
“Quando ho fatto 60 anni, ho sentito suonare la campana. Spero di morire sul palco”
Nella medesima intervista, Vasco Rossi ha parlato anche di come ha vissuto il traguardo dei 70 anni: “Le cifre tonde colpiscono, ma era stato peggio con i 60. Allora sentii suonare la campana. Come la musica che mettono in chiusura di serata nei locali: puoi rimanere ancora, le luci sono accese e non ti buttano fuori, ma… Con i 70 invece sono arrivato al punto in cui mi dico ‘faccio quello che mi pare perché dal futuro che c’è ancora non possono arrivare grandi fregature’. Non è una cifra tonda, ma il Covid è stato un momento di crisi perché ho capito che dipendo dall’andare sul palco”. “Spero di morire sul palco – ha svelato – In realtà lavoro su me stesso per cercare un senso indipendentemente dai progetti di lavoro. Devi imparare a vivere il momento, il presente”.