Una madre non dovrebbe mai sopravvivere al proprio bambino. Non esiste parola per definire una perdita del genere, non c’è espressione che possa rendere il peso di un dolore tanto grande. A Valerie Watts è toccato in sorte un destino crudele: incinta, a pochi giorni dal parto, ha scoperto al termine del nono mese di gravidanza che il cuore di suo figlio aveva smesso di battere, che lui non c’era più. Nato senza vita. Quel bambino che aveva desiderato con tutte le sue forze non avrebbe mai indossato il primo completino da neonato dal colore indefinito comprato nella boutique di un negozio ancor prima di sapere il sesso, quel bambino non avrebbe mai giocato col il sonaglino preso per dare lui compagnia, quel bambino non lo avrebbe mai stretto a sé.
Valerie Watts non ha mai udito il suo piccolo piangere, né ha sentito il suo profumo, quell’odore buono tipico dei neonati paragonabile forse solo alla piacevolezza del pane caldo al mattino; lei non ha avuto la possibilità di dargli latte o di ristorarlo per una notte insonne. Valerie Watts non vedrà il suo bambino crescere. Questo è, nessuno può cambiare quanto accaduto. Così si è ritrovata in una cameretta pronta e piena di cose piccine, chiedendosi il perché di quella tremenda ingiustizia. Poi, spinta forse dai familiari, è arrivata la decisione di disfarsi di tutto, perché quella stanza non la inghiottisse e diventasse un tempio entro cui perdersi. (Continua..)
Per elaborare il lutto la donna ha deciso di mettere in vendita nel suo garage tutto ciò che aveva comprato: vestiti, giochi e anche la culla, che era tra tutte la cosa a cui teneva di più. Il solo pensiero di dare via ogni oggetto la faceva stare male, ma sentiva che era la cosa giusta. Un uomo anziano di nome Gerald, che fa il «restauratore di mobili», si è recato per caso sul posto e tra le tante cose in vendita era rimasto piacevolmente colpito dalla culla. Ignorava quanto fosse successo, pensava semplicemente che il figlio della donna fosse cresciuto e andato via e che Valerie ora volesse disfarsene per fare spazio.
Quell’esitazione della donna, al momento della vendita, lo ha tormentato per tutto il viaggio in auto. Fortunamente la moglie di lui sapeva come erano andate le cose. Inutile dirlo: Gerard è scoppiato in lacrime, sentendosi in colpa per l’acquisto fatto. Per tutto il viaggio moglie e marito non hanno fatto altro che parlare di quanto sia stato difficile per Valerie separarsi da quei tanti tasselli di vita che lei aveva messo insieme per accogliere il suo bambino, pezzi di un puzzle purtroppo andato in frantumi. (Continua..)
Riportargliela indietro e rinunciare? Gerard non voleva costringere la donna a continuare a vedere ogni giorno quella culla. Ciò le avrebbe fatto ugualmente male, così il restauratore ha deciso invece di trasformare quella stessa culla in una sedia, qualcosa di speciale da tenere in casa in memoria del suo bambino. Dopo nemmeno una settimana Gerard si è presentato a casa di Valery con il regalo pensato per lei. La donna non riusciva a credere ai suoi occhi. Colpita dalla generosità dell’uomo, è scoppiata a piangere, poi ha voluto ringraziarlo anche pubblicamente sui social:
«È incredibile, ci sono davvero persone buone, questa ne è la prova!». Un gesto meraviglioso, diventato nel giro di poche ore virale, che ha ridato vita ad una donna, che porterà sempre dentro una ferita impossibile da rimarginare, e che ha intenerito il cuore di milioni di persone di tutto il mondo.