Il suo tormentone del 2001, Tre parole (“Sole cuore amore”), risuonò per un’intera estate nelle orecchie degli italiani. Cosa fa oggi Valeria Rossi? A vent’anni di distanza da quell’incredibile successo, e pur essendo tornata sul palco in diverse occasioni, la cantante oggi ha cambiato vita e lavora nel Comune di Monza, ma si dedica anche al counseling. Ripercorriamone insieme la vita e la carriera: più autrice che performer, è passata da un successo travolgente a una routine ben più “normale”. #FOTO A FINE ARTICOLO
Il successo con Tre parole, gli albumIl singolo Tre parole, scritto con Liliana Richter e Francesco Cabras, fu il suo esordio discografico. Fu scartato a Sanremo, ma divenne uno dei singoli più venduti dell’anno. Decisamente più indicato come brano estivo che come pezzo per l’Ariston, fu il pezzo rivelazione al Festivalbar, una hit eccezionale tradotta anche in spagnolo. Ne seguì l’album Ricordatevi dei fiori.
In seguito, la Rossi ha pubblicato il disco Osservi l’aria (2004, il titolo è l’anagramma del suo nome, su idea dell’enigmista Stefano Bartezzaghi) e diversi altri singoli, pur senza mai ritrovare il successo degli inizi. Nel 2010 ha partecipato come autrice al Festival di Sanremo con la canzone Dove non ci sono ore cantata dalla quindicenne Jessica Brando. Non sono mancate collaborazioni, come quella con Andrea Bocelli insieme a cui ha scritto For a new Sun, o con Mietta per la canzone Hai vent’anni.
Cosa fa oggi Valeria Rossi: il lavoro della cantanteNonostante non abbia dunque mai smesso con la musica, Valeria Rossi oggi è lontana dalle luci della ribalta. In un’intervista a Repubblica ha raccontato come dopo quegli anni “rocamboleschi” stia vivendo la sua “stagione migliore”. La sua vita da impiegata all’anagrafe le piace molto: “Ho ripreso i libri della prima laurea, in diritto, ho fatto un concorso e sono stata assunta come ufficiale dello stato civile, redigo gli atti che afferiscono ai mutamenti di status delle persone.
Ogni giorno ho a che fare con le vite delle persone, avevo voglia di andare nella pratica, nel concreto”. Inoltre sta portando avanti una formazione “in counseling a mediazione corporea”. La Rossi ha spiegato di cosa si tratta:Provare a portare le persone ad ascoltare il proprio corpo, stabilire una relazione d’aiuto che sia psicologica ma che non trascuri il corpo e lo inserisca nella terapia.
Ho una grandissima passione per l’insegnamento del metodo chiamato ‘Stream yourself’ che tramite un mix di tecniche vocali, funzionali, meditazione e bioenergetica, permette il risvegliarsi e l’amplificarsi di creatività e di vitalità in senso ampio, con mille applicazioni in più ambiti, da quello artistico a quello relazionale, fino a quello di medicina integrata.