Sarà eseguita questa mattina all’ospedale Papardo di Messina l’autopsia sul corpo di Viviana Parisi, la deejay di 43 anni trovata senza vita sabato pomeriggio nei boschi attorno a Caronia (Messina), a cinque giorni dalla sua scomparsa insieme con Gioele, il figlio di quattro anni di cui si sono perse da allora le tracce.
Un esito atteso dagli inquirenti con particolare attenzione perché dal risultato dipenderà il proseguimento delle ricerche del piccolo. Intanto proseguono senza sosta le ricerche del piccolo Gioele. Gli inquirenti utilizzano anche cani molecolari e droni per cercare il bambino, in un perimetro che supera i 400 ettari. Ieri pomeriggio Mariella Mondello e il padre, rispettivamente cognata e suocero di Viviana sono andati nel ‘quartier generale’ delle ricerche, in una stazione di servizio Ip a poco meno di due km dal luogo del ritrovamento del corpo, irriconoscibile, di Viviana. (Continua…)
Parlando con gli inquirenti e con i soccorritori, la cognata di Viviana ha più volte ribadito che la donna “non avrebbe mai abbandonato Gioele, lo amava”. Intanto il quotidiano ‘La Sicilia’ ha cercato di ricostruire la vicenda e lo ha fatto dall’inizio, quando Viviana è uscita dalla sua casa dicendo una bugia al marito: “Vado al centro commerciale di Milazzo con Gioele, gli compro le scarpe”.
Come ricostruito dagli inquirenti Viviana cambia programma. Oppure mente sin dall’inizio. I due, infatti, non andranno a fare shopping. “Parte da qui la “pista delle bugie”. – scrive il quotidiano ‘La Sicilia’ – Non l’unica, ma una delle più robuste, per scoprire la verità. Al netto del ‘perché’ Viviana avrebbe mentito al marito, le indagini in questa fase privilegiano il ‘come’. (Continua…)
Con il tentativo di ricostruire cosa davvero abbia fatto la donna. Gli elementi concreti sono pochi. Ma comunque utili a restringere il campo delle ricerche. Dal casello di Milazzo, l’Opel Corsa percorre l’autostrada Messina-Palermo fino all’uscita di Sant’Agata di Militello: 78,5 chilometri, percorribili in 40-50 minuti”.
E ancora: “Alle 10,30 il varco registra l’ingresso dell’auto (con ‘mancato pagamento’ e scattando una foto della sola targa), mentre nel portaoggetti verrà ritrovato un biglietto di uscita, sempre dal casello di Sant’Agata, con l’orario delle 10,52. Sono gli ormai famigerati ‘ventidue minuti di buco’ di cui ha parlato il procuratore di Patti, Angelo Cavallo. Un lasso di tempo in cui può succedere tutto e il contrario di tutto”.