Dopo settimane di indagini, giorni di ipotesi e di smentite, dopo tanto indagare, sono emersi anche i resti del piccolo Gioele. Ora tocca alla polizia scientifica descrivere le dinamiche di questo dramma, la più accreditata, confermata dagli esami, rimane quella dell’omicidio-suicidio. La tesi omicidio suicidio è stata confermata dagli accertamenti tecnici della Polizia scientifica: Viviana dopo aver ucciso il piccolo, è salita sul traliccio dell’Enel e si è buttata da un’altezza di 15 metri. Sono stati confermati gli esami effettuati sui tessuti della donna, accertando la «consistenza dei tessuti, che varia con l’impatto».
Il corpo di Viviana è stato trovato a 3 metri dal traliccio, nella caduta ha perso la scarpa, che si era slacciata per effetto dell’impatto sul terreno. L’ipotesi che Viviana possa essere scivolata dal traliccio è sfumata, in quel caso il corpo si sarebbe dovuto trovare ai piedi del pilone. I familiari hanno sempre dichiarato che Viviana non avrebbe mai potuto uccidere il figlio e quindi continuano a pensare che sia stata aggredita da animali selvatici. L’avvocato Pietro Venuti, ha però ammesso che «mamma e figlio potrebbero essere morti in due momenti diversi e in due luoghi separati»: «La madre potrebbe aver perso Gioele per un attimo ed essere salita sul traliccio per tentare di avvistarlo. (Continua…)
E il bimbo potrebbe essere caduto da qualche altra parte. Gli animali hanno portato i resti lì dove sono stati trovati». La Polizia scientifica, non avendo trovato tracce di Dna sul traliccio, ha effettuato una serie di analisi con il Luminol. Neanche i satelliti «interrogati» hanno offerto un contributo alle indagini. Sono stati effettuati nuovi sopralluoghi a seguito del ritrovamento dei resti del piccolo Gioele. Sul posto, oltre ai tecnici della Polizia scientifica anche l’entomologo che lavora sul caso, Stefano Vanin e il medico legale Elvira Spagnolo:
«Abbiamo misurato la temperatura dell’ambiente perché stiamo lavorando sugli insetti trovati sui resti del bambino. Le larve, infatti, hanno uno sviluppo a temperatura dipendente. Più caldo fa, più si sviluppano», ha spiegato Vanin. È programmato per martedì, prossimo un nuovo sopralluogo con i consulenti di entrambe le parti e nel pomeriggio l’autopsia sui resti del bambino per poter verificare ancora alcuni dettagli, ovvero se il corpo di Gioele possa essere stato trascinato da animali selvatici o dai cani. (Continua…)
L’indagine per il ritrovamento di Viviana Parisi e del piccolo Gioele ha messo a dura prova anche gli investigatori, il procuratore di Patti, Angelo Cavallo, magistrato che ha combattuto la mafia, ha dichiarato: «Provo quello che può provare un magistrato-padre, anche se in questi casi bisogna agire mettendo da parte i sentimenti e le emozioni, come fanno i medici. Il giorno del ritrovamento dei resti assieme al collega Alia, guardando il mare, abbiamo fatto questa considerazione: “Questo spettacolo Gioele non lo vedrà mai più”. Così come resta nel ricordo l’ultimo momento di divertimento del piccolo, la spiaggia di Patti, dove il venerdì prima della tragedia il bambino si divertiva a giocare sui gonfiabili».
Il procuratore poi ha parlato del momento del rinvenimento. «Ho avuto un sospiro di sollievo perché finalmente l’avevamo trovato. Non ho mai creduto a un rapimento». E sulle critiche a chi ha operato per la ricerca del bimbo non ha dubbi: «I luoghi erano pieni di difficoltà, anche per i cani molecolari, a causa del gran caldo. E poi la fitta boscaglia, i roveti a macchia hanno fatto il resto. Le critiche sono state ingenerose». Nel paese dove abita la famiglia Mondello, Venetico, l’altro ieri è stata organizzato una veglia di preghiera. I bambini della scuola calcio, dove Gioele aveva iniziato a giocare, hanno fatto volare decine di palloncini bianchi.