In questi lunghi 16 giorni trascorsi dalla scomparsa di Viviana Parisi, trovata morta cinque giorni dopo nelle campagne di Caronia spesso si è parlato dei suoi problemi di salute. Del suo stato mentale instabile ma anche del forte attaccamento che la dj 43enne aveva nei confronti del figlio Gioiele di quattro, ancora disperso senza nessuna traccia.
Ora c’è però la conferma che Viviana non stesse bene. Non c’è più mistero sulle sue condizioni di salute a livello mentale. A dirlo il certificato medico rilasciato il 17 marzo scorso dall’ospedale di Barcellona Pozzo di Gotto, ritrovato nell’automobile della donna e diffuso in questi momenti dagli avvocati del marito, Daniele Mondello. (Continua…)
Viviana era affetta secondo i medici da “paranoia con un crollo mentale dovuto a una crisi mistica”. Un ritrovamento importante che certifica il reale stato di salute della donna e che potrebbe spiegare e forse giustificare il percorso che la dj ha fatto lo scorso 3 agosto in auto.
Aveva detto di dover andare a Milazzo per comprare delle scarpe a Gioele, ma invece si è ritrovata a Caronia, a quasi 100 chilometri in più di distanza. Un percorso non a caso ma che conduce al monumento della Piramide della luce, simbolo di rinascita e che la donna aveva detto di voler visitare. Lì Viviana non c’è mai arrivata visto il suo incidente, un avvenimento che forse l’ha destabilizzata. (Continua…)
A parlare sullo stato di salute di Viviana Parisi è suo cugino, Claudio Mondello, uno dei legali del marito, nonché cugino di primo grado di Daniele. L’avvocato ha specificato che il certificato è stato trovato dalla Scientifica nel cruscotto dell’Opel Corsa, la macchina della donna abbandonata e poi sequestrata dalla polizia per le indagini. Ora il documento è sotto sequestro e a vaglio degli inquirenti.
Nonostante questo, le testimonianze degli ultimi giorni e le ricerche attive, i dubbi ed i misteri sul giallo di Caronia sono ancora molti, troppi. E non mancano nemmeno le polemiche. A lanciarle è Pietro Venuti, l’altro legale della famiglia. L’avvocato si scaglia contro i tempi dei soccorsi, troppo lunghi quelli arrivati dopo l’incidente di Viviana sull’autostrada Messina-Palermo. “La polizia stradale è arrivata dopo 20 minuti, i Vigili del fuoco ci hanno impiegato un’ora” ha denunciato. E lancia la fiamma: “Se ci fosse stata più celerità nei tempi, forse Viviana non sarebbe arrivata così lontano” ha tuonato ancora il legale secondo il quale il raggio perlustrato fino ad ora per le ricerche di Viviana e Gioele è circoscritto: “Troppo poco” per Venuti.