Il caso di Viviana Parisi e Gioele Mondello non è ancora chiuso: si cerca sui vestiti della donna la traccia del Dna di un aggressore. A riportare la notizia è il Messaggero, ed è una notizia pesante perché nelle ultime ore l’unica pista considerata attendibile dalla Procura sembrava quella dell’omicidio-suicidio.
L’ipotesi di un aggressione da parte degli animali selvatici che vivono nel bosco di Caronia adiacente all’A20 Messina Palermo, infatti, pare essere definitivamente accantonata: (Continua…)
i morsi sul cadavere della donna e i resti martoriati del povero figlio di 4 anni sarebbero dovuti a un attacco successivo alla morte, ad opera di animali come volpi, istrici o suini neri dei Nebrodi.
Resta invece in piedi quella di un aggressione di un uomo, “uno sfortunato incontro” come l’aveva definito in via ipotetica il procuratore Angelo Cavallo nei giorni scorsi. La risposta del caso, spiega il Messaggero, ora “si cerca sui vestiti di Viviana. (Continua…)
I medici legali che hanno eseguito l’autopsia hanno consegnato alla polizia scientifica reperti di abiti della donna. Serviranno agli inquirenti per verificare l’eventuale presenza di un Dna sospetto”. L’aggressione da parte di terzi a mamma e figlio non è stata presa in considerazione pubblicamente nemmeno dalla famiglia Mondello, che negando che
Viviana possa avere ucciso Gioele punta invece sulla catena di “fatalità” che ha portato prima Viviana a scappare oltre il guardrail, presa dal panico e sotto choc per l’incidente avvenuto poco prima. Quindi Gioele si sarebbe allontanato e la madre, per ritrovarlo, si sarebbe arrampicata sul traliccio per poi cadere e morire. A quel punto il bimbo sarebbe stato attaccato da qualche animale.