“Voglio toccarti, ti spupazzerei sul mio corpo”, maestra molesta bimbo di quinta elementare

di redazione

“Voglio toccarti, ti spupazzerei sul mio corpo”, maestra molesta bimbo di quinta elementare

| venerdì 31 Maggio 2019 - 17:06

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“Voglio toccarti, ti spupazzerei sul mio corpo”, maestra molesta bimbo di quinta elementare

VICENZA. Cento messaggi, qualche bacio stampato sulle labbra e un nuovo scandalo che travolge una scuola dell’infanzia, con l’insegnante di sostegno di 41 anni che scrive al suo alunno di dieci: “Mi sono innamorata di te”. L’innocenza rubata su un banco di quinta elementare, con i telefonini ancora una volta diabolici alleati nell’abbattimento di ogni barriera inibitoria. “Sapessi quanto ti spupazzerei su tutto il mio corpo”, scriveva lei l’anno scorso. Con lui, bambino impacciato, che provava a recitare la parte dell’adulto: “Amore mio, voglio toccarti”.

Il caso è emerso in provincia di Vicenza, come spesso accade grazie a una coppia di genitori che forse hanno barattato la concessione del telefonino a 10 anni con la possibilità di controllare periodicamente le chat sullo smartphone. Così è venuto a galla lo strano rapporto tra quella docente di sostegno e il loro figlio, vicenda che ora è divenuta oggetto di un’inchiesta in Procura a Vicenza.

“Un rapporto al più un po’ affettuoso ma assolutamente privo di qualsiasi  contenuto o risvolto di natura sessuale”, dicono al Giornale di Vicenza gli avvocati Michele Grigenti e Emanuele Fragasso junior, legali della donna.

Ma i genitori del ragazzino sono agguerriti: “Lei e nostro figlio si vedevano anche fuori dalla scuola. In alcune occasioni ne eravamo a conoscenza, in altre ci diceva che andava da un amico, salvo poi confidarci di aver incontrato lei. Alla psicologa ha raccontato di due baci “a stampo”. Inaccettabile”. Al momento il reato che ipotizza Barbara De Munari è quello di molestie.

La circostanza emerge a giugno dello scorso anno e i messaggi risalgono a qualche mese prima. Marito e moglie si sono insospettiti nel vedere il loro figlio a tratti strano, sicuramente pensieroso. Non sapevano quale fosse l’origine del suo atteggiamento anomalo, quasi di chiusura nei confronti del nucleo familiare. Si sono quindi addentrati nella giungla delle interazioni del suo smartphone,

trovando i messaggi quantomeno ambigui dell’insegnante quarantunenne. L’atteggiamento del bambino è stato innanzitutto di chiusura, salvo poi aprirsi con lo psicologo del tribunale, interpellato a indagine avviata. La Procura, come riferisce sempre il Giornale di Vicenza, ha chiesto l’incidente probatorio alla presenza delle parti, con un perito che dovrà valutare il racconto del minore e il suo profilo psicologico.

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